1. Antonella, una collega matura


    Data: 10/02/2019, Categorie: Etero Autore: Enriquez, Fonte: EroticiRacconti

    ... lei, e mentre parlavo la fissai negli occhi e avvicinai centimetro dopo centimetro le mie mani verso la gamba accavallata. Ma la cosa più eccitante che in realtà la parte del suo corpo più vicino alle mie mani era il suo piede, che era in alto e dondolava. Ed io mi avvicinavo sempre più. Ad un certo punto iniziai a sentire il calore del suo corpo, e lei smise di muoversi. Mi fissava rossa in viso, mentre io dicevo cose inutili. finalmente il dorso di una mia mano sfioro la parte alta del piede. Un brivido mi arrivò fino al cazzo. E senza preoccuparmi più di nulla, con tutti e due le mani afferrai delicatamente il piede. Lei sospiro e socchiuse gli occhi. Le accarezzai il piede con delicatezza, passavo dal tacco al tallone, dalle dita del piede alla caviglia. Stavo morendo.
    
    Quel piede tanto sognato era finalmente fra le mie mani.
    
    Lei improvvisamente con un gesto brusco scavallo le gambe si libero delle mie mani e si girò verso il tavolo. Prese un bicchiere d'acqua e senza guardarmi disse:
    
    "Non si fanno queste cose, non sta mica bene!"
    
    Quella frase da bambina mi eccito ancora di più.
    
    Sarà perché era sposata, quindi avrà avuto un attimo di ripensamento. Sta di fatto che si alzo e se ne andò.
    
    Ma io ormai la volevo la desideravo e sapevo che lo voleva anche lei. Così la segui.
    
    Vidi che si dirigeva verso il bagno. Ci trovammo nel corridoio, i suoni della festa si facevano più lontani, apri la porta dell'ingresso unico ed entro mentre con la coda dell'occhio ...
    ... mi lancio uno sguardo da bambina impaurita e vogliosa.
    
    Antonella doveva essere mia, sapevo che se non mi fossi buttato quella sera non avrei avuto altre occasioni. E così decisi di entrare anch'io. Lei era in piedi davanti al lavandino che mi dava le spalle e che secondo me faceva finta di lavarsi le mani, dato che ci metteva più del dovuto.
    
    Io le fissai il culo e le gambe, e lei mi guardava attraverso lo specchio.
    
    Mi avvicinai a lei e mi fermai appena senti il suo profumo. Lei chiuse il rubinetto e rimase lì ferma, mi voleva ma non poteva essere lei a fare il primo passo. Così mi buttai, ma lo feci nel modo più porco possibile. Mi inginocchiai, poggiai le mie mani sulle sue fantastiche caviglie, ed iniziare a toccare quelle gambe che mi facevano impazzire così tanto a lavoro. Il calore della sua pelle con le calze mi mandarono in paradiso. Da dietro salivo sempre più su, arrivai alla parte posteriore delle ginocchia... lei ripeteva sussurrando:
    
    "Non sta mica bene, non sta mica bene"
    
    E più lo ripeteva e più mi infoiava.
    
    Arrivai all'orlo del vestito. Iniziai ad alzare quella stoffa e mi si presento il punto in cui le calze cambiavano colore... non capii più nulla! Come posseduto mi slacciai i pantaloni, tirai fuori il cazzo duro come mai l'avevo visto, mi alzai in piedi e strusciai per tutta la lunghezza della sua coscia la punta del glande. Avevo sognato di farlo mille volte quando la vedevo a lavoro camminare con i tacchi. E finalmente il mio cazzo era ...