1. Antonella, una collega matura


    Data: 10/02/2019, Categorie: Etero Autore: Enriquez, Fonte: EroticiRacconti

    ... metà coscia e molto velate dopo.... che grandissima figa pensai subito! Con quelle calze sembrava che avesse le autoreggenti, stavo male per l'eccitazione. Ovviamente la ciliegina sulla torta era un tacco a spillo che mi facevano venire voglia di tirare fuori il cazzo e strusciarmi addosso a lei.
    
    Ero talmente attratto da lei che se ne accorse, ma il mio essere porco mi fece fare di tutto affinché si accorgesse delle mie intenzioni e voglie. Così ogni volta che volgeva lo sguardo verso di me, mi facevo beccare paurosamente mentre le guardavo le cosce. Una volta osai di più e mi feci beccare mentre abbassato la testa nel tentativo di guardare sotto il suo vestito. Lei mi guardo e sorrise... era fatta! Dovevo solo trovare il momento giusto.
    
    Ed il momento arrivò. Iniziammo a cenare e tutti cercanmmo posto fra i vari tavoli. Ed io non persi l'occasione di fare di tutto per sedermi accanto a lei. Ovviamente lo feci facendo in modo che mi vedesse che ci tenevo a starle vicino. E mentre prendevo posto il mio sguardo era fisso sulle sue gambe, mentre lei guardava me che goffamente mi sistemavo sulla sedia. Le scappo un secondo sorriso.
    
    Mentre mangiavamo uscì il mio carattere estroverso e allegro e feci crepare dalle risate tutta la tavolata, ed anche lei era molto divertita delle mie battute e storie. Stavo tessendo la mia ragnatela.
    
    Iniziammo tutti a bere, e col vino mi feci sempre più audace e voglionso di Antonella. Ma credo che il vino sveglio anche i suoi di ormoni ...
    ... perché d'un tratto non perdeva occasione di parlarmi e di attirare la mia attenzione. Ogni volta che mi diceva qualcosa la fissava negli e pensavo solo a quanta voglia avevo di venirle dentro... le trasmettevo questa sensazione con uno sguardo fisso, desideroso e porco. Lei arrossiva, rideva e beveva. E quel suo sorriso così dolce mi faceva solo pensare a quante porcate le avrei fatto con quelle labbra.
    
    Ma ad un certo punto, colpa sicuramente anche il vino, fu lei che mi fece un scherzo che per poco non venivo nelle mutande. Mentre tutti iniziarono ad alzarsi per fare due chiacchiere con gli altri tavoli, noi rimanemmo soli. A questo punto lei si girò verso di me e con uno sguardo dolce e perfido, mi fissò ed accavallo le gambe in modo così sensuale che stavo male. Ho seguito con la testa ogni movimento delle sue cosce, e per un istante ho intravisto anche sotto il vestito... che spettacolo e che erezione. Mi parlava e dondolova le gambe. Che stronza! Stavo soffrendo. Non capivo nulla di quello che diceva, avevo lo sguardo ebete che seguiva il dondolio della sua gamba. Ero ipnotizzato!
    
    Immaginate la situazione. Noi due seduti uno di fronte all'altro a pochi centimetri di distanza, io con le gambe aperte e lei con le gambe accavallate quasi in mezzo alle mie. Come potevo non stare male.
    
    In un attimo di lucidità cercai io di prendere in mano la situazione, e così con disinvoltura poggiai i gomiti sulle mie gambe e unii le mani in avanti ed avvicinai il Busto verso di ...