1. Il Vecchio Torchio - Capitolo 3


    Data: 09/02/2019, Categorie: Incesti Autore: William Kasanova, Fonte: EroticiRacconti

    ... toccato, anche se il letto è stato rifatto durante il giorno. Solitamente, la sera, passo un paio di ore a buttare giù quella che si potrebbe definire una brutta copia degli articoli che poi, lungo la settimana, scriverò con maggiore agio a casa e che pubblicherò sul mio sito, oltre a caricare le foto e a modificarle un po’ digitalmente per compensare la mia tecnica non proprio eccelsa sul campo, ma in questo momento, lo capisco da come mi sento, non riuscirei a buttare giù mezza riga senza perdermi nei pensieri. No, nemmeno gli appunti riuscirei a scrivere.
    
    Lo prendo ugualmente nel massimo silenzioso, neppure ci sia un predatore in agguato, muovendomi nella stanza in cui i particolari attorno a me stanno sprofondando nell’oscurità che sembra acquistare una consistenza fisica. Stacco la tastiera dallo schermo con un gesto della mano ormai abituale quanto usare una forchetta o allacciarmi le scarpe, lasciandola sul tavolo, e torno al letto. Spostandomi lentamente, mi sdraio, sprofondando nel copriletto e le coperte, il cuscino che avvolge la mia testa.
    
    La luce gettata dal monitor, quando lo accendo, ferisce i miei occhi come se sia intenta a guardare il sole. So già che si rivelerà inutile, ma avvio ugualmente l’app di Kindle e apro la raccolta di romanzi della saga di Dumas dedicata alle gesta di d’Artagnan che ho iniziato un paio di mesi prima. Un muro di caratteri si dispiega davanti a me, simili all’armata spagnola che il giovane Raoul deve affrontare a Bethune, ma, ...
    ... a differenza del figlio del Conte di La Fère, io non riesco a sconfiggerlo. Arrivo a leggere poche righe, senza nemmeno riuscire a capirle, e poi mi ritrovo mezza pagina dopo, passando dallo studio del cardinale Mazzarino a Versailles, alla camera da letto di un inglese che sembra comparire all’improvviso nella storia.
    
    “Dannazione…”, penso, cercando di concentrarmi ma, poco dopo che l’inglese viene visitato in stanza da un qualche ragazzo che chiede la verità della sorte della madre, la mia mente abbandona la Parigi del XVII secolo per scivolare nel giardino della sera precedente, sostituendo i nobili con Sara inginocchiata e i moschettieri con Luca intento a fotterle la bocca con foga.
    
    Rinuncio alla lettura, lo schermo del Kindle abbandonato sulla coperta accanto a me unica, flebile fonte di luce nella stanza, mentre all’esterno quella ambientale continua a scemare, le montagne si tingono di blu mentre le cime diventano prima gialle, poi rosse ed infine si spengono. Comandate da una fotocellula, le lampadine alogene si accendono, gettando sulla strada oltre il muro e la siepe del giardino coni arancioni attorno a cui iniziano a danzare scoordinate falene e spettrali pipistrelli.
    
    Solo quando qualcuno lo spegne, mi rendo conto che il volume del televisore dei padroni di casa si sentiva anche nella mia stanza, sebbene fosse solo una specie di suono appena udibile, come quello degli elettrodomestici che, dopo pochi attimi che sono in funzione, non ci si ricorda nemmeno ...
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