1. Il passato che ritorna


    Data: 07/02/2019, Categorie: Sentimentali Autore: Luthien, Fonte: EroticiRacconti

    ... corri allora, vai a prepararti! Non vorrai presentarti con quei capelli? – ridacchia di gusto – e indossa quel vestitino nero svasato che ti sta da dio!
    
    Dopo un paio d’ore trascorse davanti al guardaroba in preda al delirio seguo il suggerimento di Luca e mi infilo il vestito nero. Arriva al ginocchio, aprendosi a corolla e rivelando degli inserti di tessuto beige leggero che fanno fluttuare la gonna ad ogni passo. Abbino una paio di sandali piuttosto alti, che mi aiuteranno a non sentirmi così piccola di fianco a lui che mi sovrasta di un bel po’ di centimetri, infilo un soprabito sciancrato, senza revers, essenziale, e scelgo la pochette nera con bottone gioiello. I capelli, lunghi e castani, ricadono sulle spalle con onde leggere e naturali, il trucco stasera è un po’ più accentuato, ma sempre naturale. Mi guardo allo specchio e mi piaccio, immagino la reazione che avrà Antonio davanti a questo spettacolo. Luca ha sempre ragione!
    
    Alle otto in punto un messaggio: – sono qui sotto, ti aspetto.
    
    Proprio davanti al portone mi attende una bella automobile scura, con lo sportello del passeggero aperto e il suo sorriso invitante. Mi porge la mano, si avvicina al mio viso per un bacio appena sfiorato e sento che inspira discretamente come a voler catturare il mio profumo. Quel gesto mi fa vibrare.
    
    Anche lui è vestito con cura: un bel blazer strutturato che gli disegna le spalle, camicia bianca con l’ultimo bottone aperto e senza cravatta e pantalone scuro, classico ma ...
    ... non eccessivo. Un bel cambiamento dal ventenne perennemente in pantaloni di pelle e maglietta nera, capelli rasati e occhi bistrati!
    
    Glielo faccio notare, e sorride indicando il mio vestito – anche tu sei diventata una donna raffinata.
    
    Saliamo in auto – allora, dove mi porti? – cinguetto.
    
    – Lo vedrai.
    
    Accende la musica regolando il volume al minimo, e risuona piano l’incipit di una canzone che conosco bene: “So close, no matter how far…”
    
    – Ricordi questa canzone?
    
    – certo – rispondo –“Nothing else matters” me l’hai fatta conoscere tu un milione di anni fa…
    
    – Avevo quindici anni, e tu sedici. Lo sai che da ragazzino ero pazzo di te, mentre tu non mi degnavi di uno sguardo. Ero grasso, impacciato, goffo, sempre con la musica nelle orecchie, seduto sui gradini della piazzetta. Ti sei seduta accanto a me, e io mi sono tolto le cuffie per poggiarle sulle tue orecchie.
    
    Tu hai chiuso gli occhi e hai poggiato la guancia sulla mia mano che reggeva la cuffia, posandoci sopra la tua e dischiudendo le labbra lievemente. Che visione! Avrei voluto prendertele quelle labbra, farle mie, ma ero paralizzato. Quella immagine di te ce l’ho sempre scolpita nella mente, e ha accompagnato le mie seghe per anni!
    
    Rido di gusto alla sua versione di quella storia, ricordo bene quel momento ma ero totalmente ignara di aver provocato in lui quel tumulto. Io in quel periodo non avevo occhi che per Tore, capitano della squadra di calcio e fratello maggiore di Antonio, un cretino ...
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