1. Il passato che ritorna


    Data: 07/02/2019, Categorie: Sentimentali Autore: Luthien, Fonte: EroticiRacconti

    ... passi per comprare due cose al volo per la cena, attraverso il parco, in trenta minuti sarò di nuovo a casa, ho pensato.
    
    Una quarantenne vestita da teenager, sorridevo considerando che, in fin dei conti, me lo posso ancora ben permettere.
    
    Varcato il portone, la leggera brezza settembrina mi ha fatto rabbrividire, i capezzoli improvvisamente turgidi sfregavano contro il tessuto. Ho respirato a pieni polmoni la frizzante aria mattutina, mentre mi dirigevo verso l’emporio.
    
    E lì, mentre tastavo una mela tra i profumi delle cassette di frutta fresca, ho sentito una presenza dietro di me, e un "ciao" appena sussurrato.
    
    Il cuore ha mancato un battito. Mi son voltata, riconoscendo quella voce, anche se erano trascorsi quasi vent'anni dall'ultima volta che l'ho sentita.
    
    – Antonio! Ciao! Mio dio quanto tempo è passato…
    
    Un lungo sguardo mi ha trapassato il cranio fino alla nuca.
    
    – Ma chi è questo bellissimo bambino? – i miei occhi sono scivolati sulla sua mano destra, che stringeva quella di un bimbo dagli occhi neri, penetranti, avrà avuto sì e no quattro anni, e quegli occhi erano la copia esatta di quelli di Antonio: scuri, grandi e profondi, con quelle lunghe e folte ciglia che gli ho sempre invidiato, non aveva certo bisogno di allungarle col mascara, lui.
    
    Il mio stomaco sottosopra, non mi aspettavo certo un incontro quando ho deciso di uscire, o non mi sarei vestita certamente come una ragazzina. Il pensiero è corso ai miei capelli raccolti, alle scarpe da ...
    ... ginnastica, e (oddio, se ne sarà accorto?) ai miei seni liberi da costrizioni sotto la felpa. Quegli stessi seni che lui conosceva così bene, che ha accarezzato, succhiato, stretto fino a farmi perdere i sensi, tanto tempo fa (Oddio oddio, che pensieri mi son balenati nel cervello?).
    
    – Lui è mio figlio Max. Max, saluta la signorina.
    
    Uff… meno male non ha detto "signora", ho pensato sorridendo.
    
    – Ti trovo bene – gli ho detto, ingoiando la saliva.
    
    Ed era vero, se possibile, Antonio a 40 anni (uno meno di me) è ancora più bello dell'ultima volta che l'ho visto: alto, con le spalle larghe e un sorriso da far tremare le ginocchia, gli occhi come braci ardenti che mi scrutavano, senza far trapelare i pensieri. Quegli occhi che mi hanno sempre fatta sentire nuda.
    
    – Anche tu sei sempre bellissima – mi ha risposto allargando il sorriso e scoprendo i denti bianchissimi, e facendomi sciogliere come il proverbiale gelato al sole. I suoi capelli, un tempo neri come le lucide piume di un corvo, erano striati d’argento sulle tempie, ma sempre folti, e leggermente spettinati. Agli angoli degli occhi, due rughe appena percettibili tradivano il tempo passato, rendendo il suo sguardo più adulto e ancora più intrigante.
    
    Ho sentito il mio corpo fremere. Dovevo scappare, togliermi dall'imbarazzo, così ho tentato di accomiatarmi.
    
    – Aspetta! – mi ha bloccato – Ti va di vederci per un caffè? Così mi racconti cosa hai fatto in tutti questi anni. Dai, non dirmi di no, sono sicuro ...
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