1. Il nuovo amico della mamma


    Data: 06/02/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... impazzire.
    
    La sua insistenza mi incuriosì. Che voleva quel verme da mia madre? Non gli bastava quello che le stava facendo.
    
    “No dai non è il caso …”. Rispondeva lei. “Continua a fottermi così. Aaaaah … aaaah …”.
    
    “Dai amore, ti prego. Sei tutta un lago. Ti si stanno bagnando pure le ginocchia. Lasciami sborrare nella fica dai … solo stavolta … MMMMH”
    
    “Che merda!”. Mi dissi sconvolto.
    
    “Ti prego … Ti prego”. Ripeteva fuori controllo.
    
    Le sue cosce si serrarono intorno alle natiche come tronchi dentro alla terra e, con un colpo del bacino, il viscido spinse la nerchia ancora più in fondo alla passera.
    
    Mia madre gemette come una prostituta, mentre lui premeva le labbra sulla sua schiena e le affondava i denti nella carne.
    
    “Sto per metterti incinta vacca”. Le disse soffocando i gemiti. “Ti riempio di sborra la notte di Natale”.
    
    Ero fuori di me.
    
    Lanciai un urlo disumano e, attento a parare i colpi, mi lasciai rotolare giù per le scale.
    
    “Ahia … aiuto”.
    
    Mia madre si scrollò di dosso il toro che la stava possedendo.
    
    “Leonardo!” Gridò, mentre, ancora discinta, si piegava sopra di me.
    
    “Tranquilla mamma, tranquilla …”. La rassicurai con voce sofferente. “Non mi sono fatto niente, ho solo battuto la gamba …” Mentii.
    
    “Ma … che è successo? Come hai fatto a scivolare?” Chiese lei preoccupata. “Aiutalo, Massimo, ti prego. Aiutalo!” Proseguì rivolgendosi al bastardo. “Non riesce ad alzarsi”.
    
    Lui aveva ancora la camicia fuori dai calzoni.
    
    Si ...
    ... avvicinò e mi prese in braccio.
    
    La nerchia insoddisfatta premette dura contro le mie natiche.
    
    “Aspetta … tienilo così, fammi vedere che si è fatto …” Disse mia madre mentre mi sfilava i pantaloni della tuta.
    
    La minchia di Massimo svettò.
    
    Fu allora che capii quello che dovevo fare.
    
    “Ahia”. Dissi. “Mi fa male ... ho bisogno di un antinfiammatorio”.
    
    “Certo tesoro, certo …”. Concordò lei in apprensione. “Non ne abbiamo in casa …”. Disse.
    
    “Vado subito in farmacia”. E, infilatasi in furia il cappotto, si precipitò fuori di casa.
    
    “Sei sicuro che è tutto a posto Leo?” Chiese Massimo mentre mi portava in cucina.
    
    “Si non ti preoccupare … Una pasticca e starò meglio”. Risposi e, dondolando il sedere, mi strusciai contro il suo uccello.
    
    La fronte del viscido si imperlò di sudore.
    
    “Anzi ti devo chiedere scusa”. Sussurrai ripetendo il movimento.
    
    “Perché?” Chiese lui in forte imbarazzo.
    
    “Credo di aver interrotto qualcosa …”
    
    “No, ma che dici stavamo solo …”.
    
    Feci scivolare la mano dentro ai calzoni e strinsi le dita attorno alla mazza.
    
    “Ehi …”. Massimo provò ad opporsi, ma il pesce gli si gonfiò dentro al mio palmo.
    
    Balzai in terra, gli sbottonai la patta e mi infilai tutto il bastone nella gola.
    
    "Ma la gamba ...?"
    
    “La gamba sta bene. Dai”. Gli dissi per vincere la sua blanda resistenza. “Lo so che sei rimasto a bocca asciutta”.
    
    Lo succhiai come un’idrovora mentre gli massaggiavo i polpacci muscolosi e facevo scorrere le dita tra i peli ...