1. Mara


    Data: 28/01/2019, Categorie: Etero Autore: Frossi, Fonte: EroticiRacconti

    MARA
    
    Giunse nella nuova Centrale con riluttanza. Tanti chilometri da casa, in un'isola come un condannato. Gente rozza all'intorno, indisponente. In Centrale tante donne, qualcuna carina e questo gli piacque. Il bello, specie quello femmineo, è sempre un conforto, almeno per lui così era sempre stato e alla prima riunione fu evidente l'attrazione che esercitava, era, come si dice, palpabile: risatine, squittii, mormorii, sguardi sorridenti dal significato inconfondibile. L'attrazione del Capo, ma anche il suo indiscusso appeal, quello di Carlo. Non era una novità, era successo altre volte in altre sedi e sapeva come sarebbe andato a finire. Lui non cercava, non l'aveva mai fatto, venivano a cercarlo e la forza con cui questo accadeva non gli dava scampo. Dipendeva molto da loro volontà, quella che ci mettevano per averlo. Per averlo dovevano penare, scoprire le carte seppure in modi e stili diversi secondo personalità, secondo le sensazioni provate nel rapporto, più interne, più esterne, profonde, superficiali. Alla fine, talvolta cedeva, talvolta, non sempre, solo quando sentiva che lei non ne poteva più, era sfinita, esaurita. Un dono che le faceva, una concessione dall'alto, gratificante per entrambi.
    
    Questa lei viene da fuori, ha una leggera inflessione romana. Gli si presenta in tailleur pantalone. Mentre gli parla lo scruta, gli si avvicina per fargli vedere il foglio di trasferimento, gli fa soprattutto sentire il seno con una chiara mossa intenzionale ma lui non ...
    ... si scompone. È sicuramente appetibile la signora ed ha voglia, la sente. Parlano di lavoro ma pensano ad altro, si capisce dagli sguardi che si gettano addosso. Lei profuma, un profumo di quelli buoni, intrigante, sensuale, sa di... donna, si amalgama con quello naturale e lo esalta. Lui, un lieve turbamento e poi:
    
    L'aspetto in ufficio nel pomeriggio, mi trattengo.
    
    Bene, verso le quattro?
    
    Ok, è l'ora giusta, suoni, le apro io, sarò solo.
    
    Si è molto impegnato sul lavoro e le quattro sono già passate da tempo. Dunque, non è venuta, fa niente, non si chiede neppure perché, la cosa non gli interessa poi molto. Ora è stanco, lascia tutto e se ne torna a casa, un appartamento preso in affitto come tanti altri in altre città, è notte una classica notte invernale fredda ma serena, un sereno smaccato rilucente di stelle tanto luminose e ammiccanti che sembrano raggiungibili. Anche la luna splende. Anch'essa a portata di mano. Carlo è solo nell'ennesimo posto sconosciuto, anonimo, insignificante, come sempre, come lo è sempre stato, per scelta naturalmente. Dirigente in carriera, non si è mai fermato in alcun luogo per più di sei mesi, troppo poco per intessere relazioni di un qualche significato. Tante donne gli sono state intorno ma tutte alla fine lo hanno infastidito, è uno scapolo naturale, imprendibile, incorreggibile. Eccoci a casa, uno stabile in periferia, cento metri quadri al secondo piano, la sua abitazione. C'è qualcuno seduto su una panchina del vicino parco, ...
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