1. Le mie calde allieve - capitolo 5


    Data: 26/01/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Giangi57, Fonte: Annunci69

    ... gatte!».
    
    «Porcellona che non sei altro! E io che prendo tante precauzioni con una viziosa come te!».
    
    Le cacciai le mani sotto le mutande.
    
    « Anche a me piacciono le gatte, figurati un po', e sento che la tua mi piacerà moltissimo!».
    
    Era molto pelosa là sotto e la fenditura colante si dischiuse come un frutto maturo. Non appena avverti le mie dita che le frugavano nelle carni intime, Mariella cambiò espressione, Smise di ridere e mi fissò negli occhi con aria grave e turbata.
    
    « Non toccarmi, così.... »
    
    « Mettiti dritta! Mettiti sulle ginocchia».
    
    Quella posizione mi permetteva di accarezzarla bene. Mi misi di fianco a lei per poterle infilare l'altra mano dal di dietro. Presi a palparle le natiche morbide e rotonde. Un odore di femmina mi avvolse. Mariella era un piccolo mostro!
    
    Ficcai le dita più in profondità, facendole penetrare lentamente tra le mucose bagnate. E, pure lentamente, cominciai a palpeggiarla e a titillarla; lei si inarcò lievemente con un sospiro. Le nostre
    
    labbra ora si sfioravano. Mi piaceva sentire sulla bocca la sua eccitazione giovane. Ora ripeteva il mio nome e i suoi occhi erano annebbiati dal godimento.
    
    Le mie dita si toccarono attraverso la membrana più segreta, quella che separa il retto dalla vagina.
    
    Ora Mariella era rorida e tutta aperta.
    
    La rovesciai e le sfilai i pantaloni. Lei divaricò le gambe, disarticolata come una bambola di pezza.
    
    Cacciai la testa nel suo nero vello e, quando con la lingua presi a ...
    ... spazzarle la fenditura, lei si mise a urlare. Dio, come era buona la sua piccola conchiglia odorosa! Il suo succo speziato mi inondò la bocca, pungendomi le narici! Presi a leccarle le ninfe, allungandole, distendendole, lisciandole a volontà! Sentivo palpitare la vagina che la mia lingua, di li a poco, penetrò.
    
    Presi ad esplorare le pareti interne. Li le carni erano più molli. Avevano un sapore lievemente asprigno.
    
    Non era certo un gattone quello che la stava leccando ma un fauno che le divorava la gatta, a quel.
    
    la puttanella viziata!
    
    Quando l'ebbi ripulita a fondo dal davanti la rigirai sul ventre e cominciai a titillare l'orifizio del culo bagnato da un acre sudore. Presi a mordicchiarglielo e poi le ficcai dentro la lingua. In un primo momento contratto, lo sfintere si distese progressivamente consentendomi di succhiarla con cura, il volto ficcato profondamente tra le chiappe morbide e tenere.
    
    Avrei continuato in questo modo per ore!
    
    Il cazzo, duro come il marmo, mi tormentava orribilmente. Mi rialzai e, salendo a mia volta sul divano, offrii alla pupa il mio biberon possente e pulsante.
    
    Mariella mi accolse nella sua bocca vellutata. Si sistemò in modo da poter giocare meglio con la mia verga. La leccò, la scappellò, vi girò intorno con l'agile lingua, la aspirò nei punti in cui le vene erano inturgidite e disegnavano volute scure sotto la pelle tesa, la ciucciò tra la lingua e il palato come fosse una caramella.
    
    Gli occhi chiusi, Mariella inghiottì ...