Cosa vuoi per natale?
Data: 25/01/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: aramis2, Fonte: Annunci69
... già parlato molte volte. Questa è una cosa di cui sono consapevole.”
Mi lanciò uno sguardo.
“Stai di nuovo scherzando. Io non sono gay e quindi… no, non lascerò che un altro ragazzo metta la sua... la sua bocca sul mio culo. Anche se è il mio miglior amico.”
Appoggiandomi indietro contro i cuscini, scrollai le spalle: “Non è essere gay lasciarsi leccare il culo, Gianni.”
Ora la sua espressione era incredula: “Io sono piuttosto sicuro che lo sia, Matteo. Sono quasi sicuro che lasciare che un altro uomo... che.... Bene, io sono praticamente sicuro al cento per cento che è una cosa che un ragazzo etero non si lascerebbe fare.”
Ci pensai per un momento, il mio miglior buon amico, fisico perfetto e culo da sbavarci, aveva ragione? Le mie argomentazioni sarebbero state screditate se avessi concluso che era così, ma lo dovevo considerare almeno per la nostra amicizia.
“Io penso” Dissi pesando le parole: “Che sia veramente gay solo chi lo fa. Per l’altro sono solo sensazioni. E comunque tu non mi stai guardando negli occhi.”
Gianni si bloccò. Mi fissò: “Guardando negli occhi?”
Annuendo mi sporsi in avanti indicando il suo inguine: “Sicuro. Se io stessi facendoti un pompino, tu potresti guardare in giù verso di me; io potrei alzare lo sguardo e guardarti. Potrebbe essere uno sguardo imbarazzato mentre ho il tuo uccello nella mia bocca.”
Lui appoggiò la faccia alle mani, come se fosse preoccupato che quello sguardo avvenisse. Io ne approfittai per guardare ...
... come i suoi bicipiti si gonfiavano mentre lo faceva.
Era biondo, occhi azzurri, letteralmente il tipico ragazzo della porta accanto.
Quando i miei genitori ci avevano trascinati attraverso mezzo paese, io non solo avevo capito che ero più interessato ai ragazzi che alle ragazze, ma anche che la mia sessualità stava accelerando in quel senso.
Così diventammo amici, lui, lo sportivo, schietto, perfetto per una campagna di Abercrombie; io, il cinico, bravo a parlare ma allo stesso tempo perplesso sulla vita e su tutte le sue complessità.
Così arrivai a desiderare il culo perfetto del mio miglior amico.
Cercate di capirmi, Gianni sapeva che ero attirato da lui, non poteva ignorare i miei sguardi, non poteva non aver visto i miei sguardi di desiderio, ma aveva lasciare cadere ogni commento un po’ sporco in un modo che mi eccitava ancora di più.
Lui era impossibile e perfetto, l’ideale per il miei giovani germoglianti sentimenti e perciò non era una sorpresa che a diciotto anni fossi disperatamente tormentato ed invariabilmente ce l’avessi dolorosamente sempre duro.
“Guardami!” Disse disperatamente con la voce attutita dalle mani.
“Ti guardo.” Gli dissi, tentando di iniettare nel mio tono quel genere di sicurezza delle discussioni senza replica: “Io penso che ti piacerebbe. Alle persone generalmente piace. Mi hai detto che ti piace quando Lucia ci gioca laggiù, non è vero?”
Quello era un colpo basso, me ne rendevo conto. Sì, Gianni mi aveva detto una volta ...