Confessione e rammarico
Data: 21/01/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Lesbo
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... rivolgendosi verso di lei sosteneva in modo altezzoso e sprezzante:
“Guarda Margherita, adesso potrai ben notare che Rosa è in castigo, per tutto ciò che ti ha arrecato ha ricevuto come ricompensa parecchie frustate. Vedi tu stessa. Voltati Rosa, mostra a Margherita i segni che hai”.
Io ero attonita, completamente esterrefatta, giacché ne derivò una sintetica polemica al termine della quale mia mamma m’ingiunse di sfilare perfino la maglietta e io dovetti adeguarmi e cedere. In seguito mia mamma esortò Teresa, Margherita e sua madre Filomena di collocarsi nel soggiorno sistemandosi dinanzi a loro, dopo mi convocò commissionandomi di dispormi in modo fermo e intransigente sulle sue gambe. Io non volevo credere né ritenere vero quello che stavo per assistere: mia mamma senza pudore né discrezione alcuna stava per sculacciarmi, a vent’anni, dinanzi a una tale più giovane di me e peraltro indisponente, insopportabile e urtante come poche. A dire il vero non rammento di preciso le esatte peculiarità, fatto sta che mi ritrovai con le mani appoggiate sul pavimento e con le estremità all’aria, sicché debuttarono i gagliardi sculaccioni dalle grinfie di mia mamma. Io volevo piangere tentando di sopprimere gli strilli, addirittura per non offrire la giubilante soddisfazione sia a Margherita che a Teresa, che m’osservavano incuriosite e per di più sanguinarie e perverse. Io le adocchiavo accomodate sulla vecchia ottomana, Margherita con l’abituale gonna cortissima, mentre ...
... Teresa pure lei agghindata ammodo, come se si stessero recando a un veglione, mentre io, là discinta e spogliata, nel buscarmi atterrita e incredula i sonori e i dolorosi sculaccioni da parte mia mamma.
Ad un tratto mia mamma si rivolse repentinamente in direzione di Teresa manifestandole d’afferrare un ramaiolo d’alluminio dalla credenza. Lei fu lesta, in tal modo esordii nel percepire una sofferenza terribile, un male intenso. Tormentata, afflitta e prostrata com’ero non potei più reggere, perché iniziai a singhiozzare e a urlare, tentando d’invocare una giusta remissione così come farebbe una candida e ingenua adolescente. Captavo di netto che avevo smarrito la mia rispettabilità, la mia indiscussa moralità, il mio contegnoso e fiero orgoglio, intanto che mia mamma proseguiva nel suo intento, senz’accantonare neppure le gambe infischiandosene altamente.
Nel tempo in cui lei terminò, io percepivo le natiche che m’avvampavano e le gambe colme di ecchimosi mi dolevano. Ricordo che stramazzai per terra, mia mamma avvertì Margherita, in seguito si orientò verso di me, enunciandomi con la sua immancabile faccia tosta d’esigere assoluzione e d’implorarle perfino perdono. Questa che udii, sarebbe stata la distante e per di più remota idea che avrei voluto fermamente compiere, tuttavia ero già in punizione e paventavo di ricevere altre espiazioni, in tal modo anche se con rincrescimento e con menefreghismo, invocai indulgenza e grazia a Margherita genuflessa ai suoi piedi. Ero ...