Nata schiava (III parte)
Data: 14/01/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Autore: Asignoluc, Fonte: RaccontiMilu
... dal giardiniere. Sei una cagna e sarai trattata come tale!” Poi chiamo i figli e, con mio enorme stupore gli disse: “Ragazzi, questa + la cagna del nonno! E’ per voi, trattatela come volete! Giocateci e fatevi raccontare perché fa queste cose. Adesso è dello zio ma per un mese resta con noi. Tenetela sempre al guinzaglio e se non vi ubbidisce usate il frustino qui…” Mi fece mettere a quattro zampe e gli indico la mia figa facendo suonare il campanellino che vi era fissato.
I ragazzini non dissero niente ma presero il collare e mi portarono in camera loro.
“Ma… Tu sei una donna… Non un cane….Perché ti trattano così ?”
Sempre a quattro zampe e nuda, giovane donna ventiduenne davanti a due ragazzini, risposi:
“Si… Sono una ragazza che… qualche tempo fa ha deciso di vivere come un cane e perciò… Persone che ho incontrato mi hanno aiutata a realizzare questo mio desiderio… Ed ora sono di vostro zio… Ecco tutto..” Il più piccolo stava a sentire con gli occhi sbarrati dallo stupore; il più grandicello mi girava intorno toccandomi con la punta della scarpa da ginnastica ora la figa, ora una mammella facendola dondolare.
“… E cosa ci facciamo con te?…”
Arrivo il padre che, prendendomi per il collare e tirando in modo che sollevassi la testa disse; “Beh, ragazzi… Fatela giocare…” Prese una pallina e la lancio lontano. “Vai a riprenderla e portala qui!” Sempre come un cane mi affrettai, raccolsi la pallina con la bocca e la portai in mano all’uomo. “Ora continuate ...
... voi” lanciando la pallina ai ragazzi e se ne andò lasciandomi a giocare con i figli.
Ben presto diventai una specie di esperimento per i ragazzi. Mi chiedevano continuamente delle cose, specie il più grande, tipo: “Tutte le donne sono fatte come te?”, “Come si tocca una donna in mezzo alle gambe?” Ed io rispondevo allargando le gambe e le labbra della figa per mostrare come ero fatta e come mi toccavo. A volte volevano essere accarezzati e succhiati fino a svuotarsi nelle mie mani o nella mia bocca. Un giorno il più grande mi fece sdraiare per terra a gambe larghe e volle toccarmi lui, esplorandomi e fondo e facendosi spiegare quello che sentivo; fu piacevole… Un’altra volta volle penetrarmi la figa ed il culo con candele, manici di legno e altri oggetti via via sempre più grossi: fu molto meno piacevole.
Ogni sera, prima di andarsene, il giardiniere veniva a prendermi e mi portava al guinzaglio in garage dove mi frustava: 10 colpi sulle natiche, 10 sulle mammelle e 10 sulla figa. La prima volta fui legata poi si accorse che non occorreva e si eccitava del fatto che contassi io i colpi. Se non c’erano i ragazzini che guardavano finito di frustarmi mi chiavava o inculava facendosi poi pulire con la bocca. Voleva che lo ringraziassi sempre quando mi usava ed ogni volta che mi entrava nella figa o nel culo dovevo dire in modo chiaro “…Grazie signore…”. Ma appena potevano i ragazzi non si perdevano lo spettacolo, interrompendolo ed avvicinandosi spesso per vedere e commentare ...