1. Messaggio provocatorio


    Data: 13/01/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... bassa.
    
    ‘Che cosa rispondi? Ti ho fatto una domanda? Come credi si debba penalizzare una marmocchia indolente e villana?’.
    
    ‘Suppongo che dovrò essere sculacciata’. Le parole le uscivano a fatica a causa della forte tensione emotiva sperimentata.
    
    ‘Sì, in effetti hai proprio ragione, dovrai essere sculacciata per bene, poiché sarà quello che farò. Adesso ti leverò le mutandine e te le suonerò così a lungo da fartelo diventare violaceo’.
    
    Loretta era in fremente ansia, non stava di certo recitando, per quanto nel suo profondo desiderasse essere umiliata, la sua ragione rifiutava disperatamente quest’affronto. In quell’occasione l’afferrai per un braccio e me la tirai sopra le ginocchia, la gonna cortissima davvero non nascondeva nulla e il rotondissimo sedere coperto dalle mutandine con i gattini era pronto per la lezione. Incominciai a suonargliele sopra le mutandine. La sculacciai a lungo sopra le mutandine, volevo scaldarglielo per davvero e non risparmiai né la forza dei colpi né i commenti salaci che davano rilievo alla sua umiliazione. Picchiavo forte la mano contro quel bersaglio rotondo e a ogni colpo facevo uscire dalla sua bocca ogni sorta di supplica. Dopo una ventina di colpi era ora di guardare il risultato di tanto esercizio, afferrai l’elastico delle mutandine e gliele abbassai fino alle ginocchia.
    
    I glutei erano d’un bel colore rosso, in quanto contrastavano benissimo con la carnagione piuttosto scura di mia moglie, dopo ripresi a colpirla questa ...
    ... volta però sul sedere discinto. Adesso doveva sentirli proprio bene perché, oltre che a supplicare si mise a dimenarsi per ogni colpo ricevuto. Quelle pacche bruciavano eccome, dopo una decina di colpi dovetti fermarmi perché la mano mi scottava. Non volevo lasciar il lavoro a metà e perciò arrotolai un giornale e le diedi gli ultimi colpi con quello. Non tenni il conto dei colpi, però alla fine credo che furono più di trenta. Il sedere di Loretta era diventato spettacolarmente rosso, non so se per il colore o perché si era gonfiato, ma pareva che avesse quasi raddoppiato di volume, successivamente la sollevai in piedi e dovetti quasi sostenerla, perché la sculacciata l’aveva distrutta. Una volta in piedi cercò di portarsi le mani sul didietro per cercare sollievo, ma non glielo permisi. Tenendola per un braccio la condussi in un angolo della stanza, Loretta non faceva più nessuna resistenza e lasciò che la mettessi faccia al muro.
    
    Incrociò le mani sulla testa mentre io le rimboccavo la gonnellina fissandola nell’elastico, le mutandine erano ancora abbassate alle ginocchia e quindi stavano perfettamente al posto giusto. Mancava una sola cosa per dare un tocco d’artista a questa bell’immagine di moglie sculacciata. Presi dalla tasca della giacca il succhiotto rosa che avevo comprato e avvicinatomi a Loretta glielo collocai davanti agli occhi:
    
    ‘Per il fatto che ti sei comportata come una bambina, voglio trattarti fino in fondo come ti meriti e per come vali. Adesso te ne ...
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