1. Quando ho capito di essere sfigato – la ragazza di Caserta conosciuta in chat – settima parte


    Data: 12/01/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Sensazioni Autore: verginello93, Fonte: RaccontiMilu

    ... davvero ufficiale, ti ho reso lo sfigato per eccellenza, il miglior schiavetto verginello de mondo. Da adesso in poi tu mi appartieni e resterai per sempre con me. L’unica donna della tua vita, donna con quale tu non farai mai e poi mai sesso, restando perciò vergine, sarò io. Eccezionalmente potrai avere rapporti con Alessia e Linda, ma solo in amicizia, ma l’unica tua donna, dea, padrona sono io e nessun’altra. Ormai il nostro legame è indissolubile, perché TU MI APPARTIENI TOTALMENTE ED IO TI POSSEGGO TOTALMENTE. Sono fiera di te, sfigatello, sono davvero fiera di te! Da ora in poi tu resterai sempre con me ed io non ti abbandonerò mai!”. Queste parole segnarono la mia definitiva sottomissione a Francesca: sarei stato il suo schiavetto sfigatello per sempre ed incondizionatamente. La mia nuova vita con lei andò avanti così per mesi e per anni: Francesca era ormai diventata una vera dea grazie ai suoi due anni di palestra pagati da me, era diventata proprio proporzionata: tette e culo sodo, gambe maestose, girovita ben formato, pancia piattissima… insomma divenne la ragazza più figa del mondo, che io non avrei mai potuto scopare, perché lei così aveva deciso. Ogni sera si scopava il suo ragazzo ed io ero costretto a guardarla sia dal vivo che da pc. Mi fece segare ogni giorno dell’anno, nessuno escluso, a volte mi concedeva di venire ed altre invece no, a seconda della sua volontà. Mi chiamava in tutte le maniere: sfigato, sfigatello, schiavetto, ecc. Ormai ero ...
    ... nient’altro che un burattino nelle sue mani. Io non esistevo più per me stesso, ma esistevo solo come nient’altro che uno schiavo sfigato e vergine che da usare per il suo divertimento e per aiutarla a raggiungere il massimo del piacere con il suo ragazzo. La mia vita con Francesca proseguì anche durante la pandemia, anche perché ormai per lavoro mi ero trasferito in pianta stabile a Caserta, così avrei potuto essere sempre a totale disposizione della mia padrona. Accadde qualche giorno prima di capodanno qualcosa di totalmente inaspettato, che io non mi sarei mai aspettato. Ero a casa mia ed ero appena tornato da lavoro, quando ad un certo punto sentii suonare il citofono, risposi e chiesi: “chi è?”. Rispose una voce femminile che piangeva disperata: “Aprimi… sono Francesca”. Francesca? A casa mia? Che piangeva? Ma cosa stava succedendo? Le aprii il portone, poi suonò il campanello e la feci entrare. Si gettò piangendo tra le mie braccia e le chiesi: “Francesca, ma… che succede? Perché stai piangendo così? Io non ti ho mai vista piangere…”. Lei, tra le lacrime, mi disse: “ti prego, sediamoci sul divano… ho bisogno di parlarti”. Ma cosa… Francesca, la mia padrona, che mi diceva “ti prego”?. Lei poi mi disse: “tesoro, devo chiederti perdono, perché sono stata una stupida…”. Io dissi: “Padrona, ma…”. Mi interruppe: “basta con questo cazzo di padrona! Da adesso in poi io per te sarò sempre Francesca”. Io dissi: “Francesca, certo… ma… di cosa devi chiedermi perdono? Tu non mi hai fatto ...
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