1. IL RITO


    Data: 10/01/2019, Categorie: Incesti Autore: Scribonia, Fonte: RaccontiMilu

    ... apprendere tutto ciò e a pitturare sulle pareti delle grotte. Ed in questo era molto bravo.
    
    Nel mentre sotto di lui la sua gente rideva e scherzava e pregava gli dèi a voce alta, una mano si poggiò sulla spalla del ragazzo facendolo sussultare:
    
    “tranquillo Ordak, sono tua madre”
    
    “mamma” (non sapendo il linguaggio dell’epoca ed il rispetto nello stesso nel rivolgersi ai genitori, metterò il “tu” e non il “voi” nel linguaggio)
    
    “pensieroso?”
    
    “come non lo sono mai stato”
    
    “per il rito o c’è altro che ti spaventa?”
    
    “ora che abbiamo cacciato ed abbiamo ancora provviste della caccia precedente e la nostra gente sta bene, sì, la mia preoccupazione è il rito”.
    
    Il “rito degli Dèi” veniva dall’alba dei tempi. Ogni Madre degli Anerak racconta, generazione dopo generazione, che il rito nacque in onore alla Madre Terra e per questo, visto che è la stessa a forgiare gli uomini e le donne, quando si fa il rito le “madri della tribù” sono chiamate ad aiutare I figli. Ad Ordak questo un poco spaventava, più che altro perché non voleva dar sfoggio negativo di se a sua madre
    
    “non hai nulla di cui preoccuparti figlio; dovrei essere io preoccupata giacché il compito maggiore spetta a me che sono tua madre. Hai passato venti inverni Ordak, ed ora devi entrare negli Anerak come membro integrante della nostra gente, e non come “figlio” della nostra tribù. La Madre Terra ci ha dato e ci dona la vita, così noi madri abbiamo dato la vita a voi che siete I nostri ...
    ... figli. Mi capisci?”
    
    “certo mamma. Io spero solamente di esserne degno poi, dopo il rito…e nel mentre” la madre sorrise
    
    “lo sarai, non ti preoccupare Ordak”.
    
    La madre di Ordak, Dysa, era una donna che aveva passati I cinquanta inverni. Era la moglie del padre di Ordak, Igahal, anch’egli di oltre cinquanta inverni. Era una donna con I capelli scuri e lunghi, aveva un fisico che sembrava essere scolpito su di una roccia, ed era magra. I suoi seni grandi e perfetti, modellati dalla grande attività fisica che metteva nei lavori pesanti della tribù, sia maschili che femminili, giacché l’uguaglianza fra uomini e donne, anche nei lavori, era una colonna portante degli Anerak. Esperta cacciatrice, suo padre aveva avuto il bastone da comando della loro tribù, ora posseduto da Igahal.
    
    Dopo un po’ di tempo passato con suo figlio, Dysa lo salutò e ritornò accanto alle grotte dove ancora si festeggiava. Giunta alla loro grotta, si sedette guardando la sua gente festeggiare. Il bagliore del fuoco le illuminava il volto sorridente per la fortunata caccia.
    
    Bionda, corpulenta e dai seni prorompenti, la sua amica Asylet, anch’essa con più di cinquanta inverni, le andò accanto con una ciotola contenente carne di megalocero
    
    “Dysa non vieni?”
    
    “sto qua, ho danzato prima”
    
    “allora ti farò compagnia” disse mettendosi a sedere vicino la sua amica donandole la ciotola
    
    “va bene”
    
    “meno male per questa caccia Dysa”
    
    “sì veramente, almeno così avremo provviste per altre ...
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