1. A casa di un amico


    Data: 18/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: gioviaf, Fonte: Annunci69

    ... mani. “Adesso devi fare tutto tu. Lavorami bene il buco con la lingua per insalivarlo bene poi insalivati bene il cazzo, punta la cappella al buco e spingi lentamente senza fermarti fino a sbattere i coglioni contro i miei”. Lino fece così e, dopo avermi insalivato bene il buco ed essersi bagnato di saliva il cazzo, puntò la cappella al mio buco e spinse, spinse fino in fondo e mi ritrovai il retto farcito con un bel cazzo, non molto grande ma lungo e, soprattutto duro da soddisfare ogni mio desiderio.
    
    Iniziò a dare colpi di reni per una chiavata lenta ma a fondo e intanto si era preso i capezzoli fra le dita e li strizzava tirandoli e ruotandoli. Io subivo e godevo, avevo una voglia matta di masturbarmi ma resistetti pensando al momento in cui avrei sverginato il suo buchino ancora stretto. Lino continuava l’inculata finchè sentii il suo cazzo fremere e ingrossarsi, stava per venire e allora lo invitai “Sfilalo, mettimelo in bocca e dammene tanta”. Mi sborrò in gola riempendomi la bocca con la sua crema calda e intanto mi strizzava i capezzoli tanto che quasi godevo anch’io senza toccarmi. Alla fine con un lungo bacio in bocca gli restituii una parte della sua sborra assieme alla mia saliva.
    
    Ora toccava a lui prenderlo. Si mise in posizione e iniziai a leccargli il sedere fuori e dentro dando schiaffi alle natiche e intanto gli infilavo la lingua dentro preoccupandomi di insalivare bene prima di inserire un dito nell’ano facendolo ruotare per ammorbidire il buchino. ...
    ... Al primo dito ne seguì un altro e poi anche un terzo. Adesso aveva tre dita nel culo e le facevo ruotare per abituarlo all’ingombro. Quando mi resi conto che l’ano era ammorbidito a dovere estrassi le dita, sputai abbondante saliva nel buco e sul mio cazzo e quindi appoggiai la cappella. Gli dissi di spingere come se andasse di corpo e quando mi resi conto che era pronto spinsi e introdussi in lui la punta; mi fermai per farlo abituare all’invasione e poi poco per volta mi infilai tutto dentro fino a sentire la mia pancia contro le sue natiche. Mi fermai ancora per farlo abituare all’intrusione e poi fu lui a chiedermi di chiavarlo e allora lo presi per le anche, mi ritirai fino a metà per poi sprofondarlo nel suo retto e così ancora e ancora fino quasi a godere ma un attimo prima di venire lo estrassi dal culo e glielo infilai in bocca dove con altri tre o quattro colpi mi svuotai completamente le palle. Anche allora ci baciammo con la lingua per trasferire parte della mia sborrata con la saliva nella mia bocca come avevamo fatto prima.
    
    Eravamo seduti in poltrona e ci accarezzavamo con dolcezza appagati dal dolce sfinimento che segue il rapporto sessuale e bevendo un drink facemmo quattro chiacchiere.
    
    Mi confessò che non avrebbe mai creduto che essere posseduto da un altro gli avrebbe dato un piacere così grande e che sarebbe stato ben felice di ripetere con me l’esperimento. Ci scambiammo i numeri dei cellulari per non perderci perchè l’esperienza passata era stata ...
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