1. A casa di un amico


    Data: 18/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: gioviaf, Fonte: Annunci69

    Ciao a tutti. Mi presento: mi chiamo Gio, ho 63 anni e sono in pensione da quando ho ceduto la mia quota di una società di informatica. Da due anni sono single, cioè da quando mia moglie mi ha lasciato per andare a convivere con una lesbica. Il motivo è molto semplice: facevamo parte di un gruppo di coppie scambiste e tutto andava per il meglio senza problemi quando una coppia aveva fatto entrare nel gruppo una loro amica single che, a detta loro era una gran porcella, molto disinibita e disponibilissima anche a intrattenere le signore. Risultato mia moglie aveva preso una sbandata e l’altra se l’è portata via.
    
    Naturalmente ho lasciato il gruppo, intanto ero rimasto single e poi non mi sentivo a mio agio stando con i vecchi amici dopo quanto mi era successo. Così adesso sono libero di passare le mie giornate solo e libero da ogni tipo di impegno. Amo fare lunghe camminate sulle montagne che circondano la mia città per tenermi in forma e quando il tempo non consente attività all’aria aperta mi diverto andando a passare qualche ora in un cinema a luci rosse vicino a dove abito.
    
    Ormai quando vado al cinema mi comporto sempre nella stessa maniera: vado subito il galleria dove fra l’ultima fila e il muro di fondo c’è poco spazio e percorro tutto il passaggio lungo quanto la larghezza della sala facendo passare le mani sulle patte di quanti sono appoggiati al muro e sui sederi di quelli appoggiati agli schienali dell’ultima fila di poltroncine. Arrivato in fondo mi appoggio ...
    ... al muro. Appena gli occhi si sono abituati alla semioscurità mi tiro fuori il cazzo e mi do un’occhiata in giro per vedere se qualcuno se lo sta carezzando come faccio io. In queste giornate con la temperatura quasi primaverile mi vesto con camicia di flanella e giubbino imbottito, niente magliette né maglioncino. Con questo abbigliamento posso aprire anche la camicia e lasciare il petto nudo così mentre mi liscio l’uccello posso strizzarmi i capezzoli che sono grandi e molto sensibili.
    
    Non passa molto tempo che qualcuno si avvicina col cazzo fuori e, dopo esserci guardati, ci prendiamo reciprocamente i membri in mano per prendere conoscenza della loro consistenza. Normalmente con una mano liscio il cazzo del vicino e con l’altra mi strizzo un capezzolo poi prendo la mano libera dell’amico del momento e la indirizzo sul mio petto per fargli tirare e stringere il capezzolo lasciato libero. A questo punto quasi tutti, dopo avere toccato, vogliono succhiare e allora mormoro loro nell’orecchio di mordicchiare che mi piace.
    
    A volte tutto si risolve con una sega reciproca e relativa sborrata nel fazzolettino di carta, a volte invece, se tra di noi corre una corrente di simpatia, finiamo alla toilette dove abbiamo agio anche di prendercelo in bocca per regalarci un bel pompino naturalmente senza ingoio.
    
    Sabato scorso è stata una giornata piuttosto uggiosa con vento di scirocco che porta un clima non freddo ma umido e ho deciso di passare il pomeriggio nel cinema a luci rosse ...
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