1. Belli dentro


    Data: 31/12/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... creda.
    
    Naturalmente, tutto doveva concludersi entro la fine del primo tempo, in modo da evitare brutte sorprese al fortunato fruitore dei miei servigi. Così, prima che sullo schermo comparisse il fatidico FINE DEL PRIMO TEMPO, novella Cenerentola, io mi ero già eclissato, celandomi nell’anonimo ammucchiamento dei cessi addossati alla parete in fondo alla sala.
    
    Una volta, mentre ero lì, mimetizzato con la tappezzeria della parete di fondo, in attesa che cominciasse la proiezione, vedo entrare un giovanotto, che, credetemi, era la fine del mondo: uno di quelli che vedi posare sulle riviste, porno o meno, e sai per certo che nella realtà non esistono, perché sono frutto di sapienti modificazioni genetiche in laboratorio. Alto normale, volto maschio incorniciato da una meravigliosa zazzera castana, che si prolungava in un filo di barba fino al mento, fisico asciutto, fasciato sopra da una camicia sbottonata a metà petto, e sotto da un paio di jeans di tessuto sottile, che sembrava gli avessero cucito addosso. Detto così sembrerebbe il solito buzzurro di periferia, vestito a festa per l’occasione; in realtà aveva una sua eleganza innata, una raffinatezza per nulla leziosa o effeminata. Sapeva di essere bello e sapeva proporsi con discrezione e buon gusto
    
    Appena lo scorsi, mi sentii rimescolare, mi prese un languore allo stomaco e mi tremarono le gambe, mentre lo seguivo con lo sguardo, beandomi con la visione voluttuosa del suo sedere. Senza nemmeno guardarsi attorno, si ...
    ... diresse all’ultima fila, che era ancora del tutto vuota e si sedette un paio di posti in dentro.
    
    In quel momento si spensero le luci e iniziò la proiezione. Veloce, allora, mi mossi per raggiungerlo, quando mi accorsi di un’ombra più rapida di me, che si infilava ad un capo della fila e scivolava a sedergli accanto.
    
    Gli mandai le più feroci maledizioni, mentre entravo all’altra estremità della fila e andavo a sedergli accanto, per nulla intenzionato a mollare la preda, per lo meno non dopo una lotta all’ultimo sangue.
    
    Il ragazzo non batté ciglio: teneva gli occhi puntati sullo schermo e non sembrava essersi accorto di niente, o forse, da quel figlio di puttana che era, si stava divertendo alle nostre manovre e magari lo attirava anche la prospettiva di essere lavorato da due spasimanti.
    
    Dopo un po’, mossi lentamente la gamba sinistra fino a sfiorare la sua destra: non notai reazioni, segno che forse era disponibile. Allora, passai alla fase B: gliela poggiai contro, esercitando una leggera pressione. Non si scostò: ok, ci stava. Al che, spudoratamente, gli feci scivolare la mano sulla coscia e presi a carezzarlo sempre più verso l’interno e sempre più in direzione della meta agognata. A raccontarlo così, sembra questione di attimi, in realtà furono perlustrazioni lentissime, che durarono decine di minuti.
    
    Inutile dire le emozioni che provavo sfiorando quella coscia, di cui assorbivo il calore e la tensione muscolare; per non parlare dell’eccitazione: avevo il ...