1. 9 – Forica: Che belle scopate!


    Data: 28/12/2018, Categorie: Etero Autore: 1948, Fonte: RaccontiMilu

    ... risultasse più esposto in tutte le sue meravigliose rotondità.
    
    Il massaggio della sua vagina sul mio cazzo, già al massimo, ebbe l’effetto di farmi venire con delle urla e dei suoni che non potevamo permetterci in altro luogo. Anche lei venne insieme a me gridando il piacere e la goduria che le avevo dato.
    
    Mi ero dimenticato che non prendeva più anticoncezionali ma feci finta di niente.
    
    Pensavo che in fin dei conti un figlio ‘ufficiale’ non fosse poi un dramma, anzi .. sarebbe stato il secondo ma con lei il primo.
    
    Forica non si preoccupò più di tanto. Mi chiese solo se le ero venuto abbondantemente nella figa.
    
    Fummo contenti. La coccolai sotto il piumone e la ringraziai per come si era resa arrapante e bella.
    
    L’effetto di vederla alla luce dell’abatjour nel suo splendore aveva contribuito più di ogni altra volta ad amarla.
    
    Ci riposammo per circa due ore parlando al buio della nostra vita e di quanto eravamo fortunati ad essere insieme. Parlammo di Bianca che aveva rarefatto gli incontri e gli accoppiamenti.
    
    Mi ricordai che un amico, proprietario di una famosissima discoteca della Costa Smeralda, mi disse alcuni mesi prima “Dio ha fatto per ogni uomo una figa adatta al suo cazzo. Tutto sta nel trovarla ed ...
    ... allora sarai in paradiso”.
    
    Anche Forica concordò in questa frase e per farmi vedere che era una frase sensata volle che prendessi nella classica posizione del missionario.
    
    Le sue calze mi arraparono ancora, il pelo basso intorno alla vagina marcava di più il suo paradiso.
    
    Le poggiai il mio sesso sulle grandi labbra e lo spinsi dentro. Con tre colpi la aprii nuovamente fino al fondo. Mi piaceva tantissimo ed ero nuovamente carico di sperma da darle.
    
    La scopai lentamente e più mi muovevo dentro di lei più la sentivo mia.
    
    Le travasai nella figa lo sperma caldo che lei con i suoi discorsi e carezze mi aveva fatto produrre.
    
    Era contenta e felice di sentire il caldo del mio seme dentro di lei.
    
    Lei non venne ma si sgrillettò in modo per lei soddisfacente.
    
    Nei miei pensieri ora c’era lei più che mai e mi preparavo al momento in cui mi avrebbe detto “sono incinta”.
    
    Ero felice ma a lei non dissi niente. Volevo lasciarle la felicità della scoperta.
    
    La mattina seguente ci godevamo stando alla finestra i colori di un mare azzurro e la calda luce solare che invadevano la camera.
    
    Lei aveva il reggiseno, un tanga e le calze della notte prima; io una maglietta e gli slip.
    
    Io il sole l’avevo con me, si chiamava Forica. 
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