1. Presa nel garage


    Data: 17/02/2018, Categorie: Hardcore, Dominazione / BDSM Anale Autore: Andy88xy, Fonte: xHamster

    ... capito?-
    
    Lei rimane immobile. La strizzo una terza volta. - Hai capito? - insisto.
    
    Gianna annuisce con forza ed io abbasso la mano.
    
    - I soldi li ho a casa. - dice lei rapidissima ma in un sussurro appena udibile. - Non ho niente qui con me.-
    
    - E chi ti dice che sono qui per i tuoi soldi!?- le sussurro nell'orecchio, piazzandole la mano sul monte di venere.
    
    - Oddio! No, ti prego! - dice lei, irrigidendosi ancora di piú. - Questo no, ti prego! Vado a prenderti tutto quello che vuoi.-
    
    - Quello che voglio ce l'ho già sotto mano.- ribatto, stringendole la patata attraverso la stoffa del vestito.
    
    Lei rabbrividisce e fa un mezzo tentativo di divincolarsi, ma a me basta aumentare la stretta del braccio destro e sollevarla di peso agguantandola per l'inguine, per mettere fine al maldestro tentativo. La tengo così per qualche istante, con la sola punta dei piedi che sfiora il pavimento, mentre lei ansima come un mantice tutta la sua paura.
    
    - Hai capito o no che non ti conviene agitarti?- le chiedo minacciosamente.
    
    Lei boccheggia e annuisce. - Non farmi male.- mi chiede, piagnucolando.
    
    - Vedremo!- ribatto, sentendomi parecchio in colpa perché, nonostante un po' di senso di rimorso per lo spavento che le procuro, averla in mio completo potere mi sta arrapando di brutto. - E da qui sotto, anche se strilli è quasi impossibile che qualcuno ti senta.- le faccio notare per sicurezza. Lei sobbalza ed annuisce: deve esserci già arrivata da sola.
    
    Riprendo a ...
    ... ravanarle la gnocca con una mano, approfittandone per sollevarle il vestito, e la spingo verso la parete di fondo.
    
    Quando la raggiungiamo, le libero le braccia dalla stretta, ma la inchiodo alla parete usando il mio stesso corpo. Lei ansima sentendosi schiacciata ma non protesta, a parte un gemito sommesso
    
    Con due mani libere, tutto diventa più facile. Le sollevo il vestito e riprendo a palparla a tutto spiano. Non ci vado molto per il sottile, uno stupratore che si rispetti non può essere troppo delicato, e le strappo diversi guaiti mentre la impasto come una chilata di pasta da pizza.
    
    - Mi piaci!- le dico, lascivo. - Sei una bella porcona soda. Senti quanto mi piaci.- e le schiaccio l'uccello duro nel solco delle natiche, protette approssimativamente dagli slip.
    
    - Ti prego... no...- piagnucola lei di nuovo.
    
    - Oh si!- insisto io, continuando a sprimacciarla per bene.
    
    Riesco ad infilare le dita nel cavallo delle mutandine, e con un colpo secco le strappo, facendola sobbalzare violentemente. - Ora vediamo quanto sei stretta.- biascico nel suo orecchio. Mi agguanto l'uccello e lo indirizzo verso la figa, ma non c'è verso di entrare. E talmente asciutta che manco il deserto del Gobi. Spingo un po' ma l'unica cosa che ottengo e di fare male a entrambi. Distrattamente mi chiedo come uno vero stupratore possa provare piacere in una cosa del genere, poi mi sputo sulle dita una boccata di saliva, mi inumidisco la cappella e ci riprovo. Un po' meglio, riesco a introdurre ...