Un pacco in dono
Data: 28/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
Nel dormiveglia il continuo dondolio del treno aveva risvegliato l’attenzione di Chiara, dal momento che con la testa ciondolante e indolenzita la ragazza aveva spalancato in modo sperduto gli occhi, frattanto si era specchiata nel finestrino buio della galleria appena imboccata. All’angolo la bocca le luccicava persino un poco, dopo si guardò intorno e s’asciugò con il dorso della mano. Il resto del vagone versava più o meno nelle sue stesse condizioni, il posto vicino era rimasto libero, il suo zaino era lì, il libro sul tavolino di fronte, il trolley rosso disposto su in alto vicino al montone ben ripiegato dalla parte della pelliccia.
Appena bucato il monte il treno sbucò nel sole più accecante, Chiara ricordò d’improvviso il suo presente e lo scacciò con un gesto della mano intanto che i suoi occhi ripresero a scrutare il panorama con degli scatti velocissimi, appresso cercò il cellulare nella tasca esterna dello zaino, per il fatto che segnalava un MMS da un numero non in rubrica. Nessun messaggio all’oggetto o in accompagnamento, così cliccò il tasto per passare direttamente alla foto. Avrebbe capito, sperava, ma le comparve davanti soltanto il particolare di una patta bella gonfia: apparve un pacco e un numero sconosciuto, successivamente tentò di ricomporre il numero, ma non si evidenziò alcun nome. Cercò di ricordare di recente a chi avesse dato il suo ultimamente, ma nulla, perché pacco e numero rimasero senz’identificazione. Era forse uno scherzo? Per caso ...
... uno sbaglio?
Chiara riosservò la foto e cliccò sull’opzione zoom alla ricerca di qualche particolare nascosto, per esempio una mano, anche un dito, il pantalone o la cintura, il disegno d’una stoffa del divano, d’una sedia o d’un letto, eppure nulla: unicamente quel dettaglio del pantalone dal colore indefinibilmente scuro assieme a un raggio di luce che di traverso illuminava la patta di velluto a costine. Il treno fuggiva dal nord in maniera spedita nella luce invernale d’un cielo limpido, freddo di tramontana, Chiara s’appoggiò in grembo il telefonino con un sospiro tentò di riflettere. Ma guarda tu pensò, uno scappa, torna a casa per le vacanze, o meglio per qualcosa di più che una vacanza, un tuffo nella pace della casa dell’infanzia, nel rassicurante abbraccio dei propri cari, corre via dal proprio dolore, da un fallimento, mentre all’ultimo appare un cazzo dal nulla, bah. Sospirando sorrise e chiuse gli occhi.
Dopo pochi secondi uno squillo mozzato illuminò nuovamente il display, seguì una vibrazione come quella di prima: comparve un altro MMS. Il passeggero di fronte a lei aprì un occhio e cambiò posizione sbuffando leggermente, poi s’appoggiò al proprio doppio mento e riprese il suo russare discreto, Chiara cliccò sulle opzioni e tolse definitivamente ogni tono. Ah già, il messaggio: era infatti rimasta inevasa la posta e la letterina in alto a sinistra, in quanto era lì per ricordarglielo. Un altro MMS, forse si scuserà dell’errore pensò la ragazza con un ...