1. Vestiti di sabbia


    Data: 27/12/2018, Categorie: Etero Autore: robertosevin, Fonte: EroticiRacconti

    ... tentativo di rendersi vittima di un gioco che, entrambi capiamo, essere fugace. Percorrendo con la mano il petto, il collo, le guance, arrivo al suo volto. Passo tra l’indice e il pollice il suo orecchio, dove sento sul lobo un orecchino che non avevo mai notato. Mi prende la mano e la bacia, appoggiando lentamente le labbra. Sono baci piccoli, accennati, ma riesco a percepire la superficie delle sue labbra, spoglie (da quando riesco a ricordare) di ogni trucco. La luce sopra di noi filtra dalla ciocca di capelli che le è caduta sulla fronte. Rimango immobile, sussultando ad ogni piccola sensazione donata ai miei polpastrelli, alle mie falangi, al mio polso. Respiro profondamente.
    
    Sento il suo sudore con il dorso della mia mano. Sento l’odore della sua pelle, dei suoi piedi, del suo alito. L’aria è pesante densa come un budino. Staremmo per soffocare, se l’ultimo anelito di aria che abbiamo in corpo non iniziassimo a passarcelo con le nostre labbra. La stringo a me. Nell’impeto le manco la bocca, la bacio sull’angolo esterno. Poi mi sposto e rimaniamo avvinghiati, l’uno all’altro, per minuti. Sento il tessuto dei vestiti a contatto, troppo sottile per stemperare il calore dei nostri corpi. I suoi enormi seni schiacciati sul mio petto, il suo addome colmo di carne contro il mio. Sento sfregare le sue cosce contro le mie. Le sue braccia che stringono il mio collo. Il suo peso su di me, mentre tiro; strappo la carne ai suoi fianchi. Continuiamo a palpare l’uno il corpo ...
    ... dell’altro. Afferro il suo sedere, troppo grande per poterlo possedere con l’intera apertura della mia mano. Lo segno con forme ellittiche, passando dal tessuto alla pelle scoperta fino a raggiungere il suo interno coscia, colmo di adipe. Mi stacco da quel bacio incessante. La guardo, lei si sistema i capelli dietro le orecchie, fissandomi. Alza il busto, imperante, facendo arrivare il seno di fronte al mio sguardo ormai perso. Appoggia le mani al poggia schiena del divano. Inizia a muovere il bacino, sfregando la sua vulva sul mio pene. I tessuti che sfregano sui nostri genitali ci seviziano, privandoci di un contatto diretto, ma amplificando le sensazioni derivate dai nostri spostamenti. I suoi seni che sobbalzano incauti sbattendomi sul viso. Con foga, aumenta il vigore del movimento, ci guardiamo mentre ansimiamo l’uno in risposta all’altro, a volte all’unisono. Aumenta ancora la velocità del movimento, l'intensità; manca ogni calcolo a quel moto, non c'è ragione che lo animi. Ansimando sempre più forte, ci scambiamo brevi sorrisi, pieghiamo il collo, i pesi si spostano, l’equilibrio dei nostri corpi è una danza; la afferro, la blocco su di me, inizio a muovermi con lei, sento il frenulo stirarsi e rilassarsi ad un ritmo sregolato, premo come volessi penetrarla con il pene parallelo alla sua vagina, sento i liquidi prodotti dalla sua libidine, sento il caldo che la percorre dove ancora non abbiamo avuto la pudicizia di mostrarci all’altro, sento la cappella gonfia, la pelle del ...
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