Vestiti di sabbia
Data: 27/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: robertosevin, Fonte: EroticiRacconti
... guardarmi il culo?» mi chiede facendomi un ghigno.
D’istinto, sto al gioco: «A guardarti il culo, come no!»
«Quindi: a guardarmi il culo e pure a segarti!»
«Ahah no! Stavo solo...» mi interrompe, con una voce dura ma che tradisce eccitazione: «Sii onesto, te lo stavi toccando?». Davanti al suo imponente portamento, la sua dolce fermezza ha la meglio: «Era per scherzare. Si lo stavo fissando ma n..., non mi stavo...». Senza che riuscissi a finire la frase, si inginocchia dinanzi a me. I nostri sguardi sono l’uno di fronte all’altro. Appoggia la mano destra, separata solo dalla maglietta grigia che lo copre, sul mio ombelico, e la fa scendere velocemente fino a sfiorarmi il pene. Continuando a fissarmi, mi dice: «Allora non sei sceso per il film. Volevi solo farti una sega». Cerco un punto qualsiasi da fissare intorno al suo viso.
«Continua a fissarmi negli occhi» mi sussurra. «Non provare a distogliere lo sguardo».
Mi volto verso di lei e appoggio il mio sguardo al suo. Con una leggera rudezza inizia a muovere il palmo a contatto con la stoffa che copre il mio pene eretto, salendo e scendendo dolcemente.
«Com’è il mio culo?» mi sussurra.
Rispondo, teso: «E’… sinuoso» mi schiarisco la voce «ha delle curve ampie e… e ondulate». Sento il frenulo tendersi leggermente, sotto i movimenti pacati della sua mano aperta.
«Quindi ho un culo grosso?» mi chiede mentre sposta per un momento lo sguardo sulle mie labbra secche.
«E’ questo quello che vuoi dire?» ...
... incalza.
«S… si, è grosso e»
«E ti piace? Ti stavi segando quando mi sono girata prima»
«Non mi stav...» la sento premere con il palmo. Il movimento ha sempre lo stesso ritmo, ma ora la pressione è più forte. In uno scatto, con la mano sinistra si appoggia al bracciolo del divano e di peso sale su di me. Appoggia le gambe ai miei lati e porta le mani al mio volto. Mi fissa con un sorriso sadico mentre mi accarezza. Rimaniamo fermi per qualche secondo, mentre deglutisco rumorosamente. Sento il suo pube leggermente caldo appoggiato sul mio pene. Mentre muove le mani, il mio sguardo, ancora incollato al suo, si sposta sui suoi seni.
«Ti piacciono, pure!, le mie tette?» mi chiede.
Prende la mia mano destra appoggiata sul bracciolo e se la porta al petto, sul seno destro. Respira profondamente..
«Fai piano» mi sussurra, mentre il suo volto rilascia delicatamente la tensione. Inizio a tastarle il seno coperto dalla maglietta bianca. Lo sfioro; lo indago in ogni punto, con leggerezza. Cerco il capezzolo, lo sento. È introflesso; lo graffio delicatamente con l’indice. La faccio sussultare. Ne circumnavigo l’areola. Mi sposto sul lato interno, entro nella piega che separa le due grosse mammelle tese ad allontanarsi, ma non a cadere senza opporre la resistenza che all’ultimo le ascende. Lucia ha gli occhi chiusi, il viso rivolto verso l’alto. Con gli incisivi serra sul limitare il labbro inferiore. Il suo respiro è lento e rumoroso, il suo petto si lancia verso di me, nel ...