1. Vestiti di sabbia


    Data: 27/12/2018, Categorie: Etero Autore: robertosevin, Fonte: EroticiRacconti

    ... separino. Ripongo il disco e mi siedo sul divano. Una leggera eccitazione mi fa contrarre gli addominali. Il suo è il tipo di corpo che adoro. Non amo, seppur ne riconosca il fascino, i corpi magri, scarni. Al contrario, la carne che eccede posizionandosi sapientemente, sfidando gli standard estetici prescritti dalla società, appaga l’estetica del mio occhio.
    
    Mi alzo e apro l’anta. Vengo inondato dal sole che mi frena senza pormi nessuna resistenza, mentre mi affaccio lentamente dal balcone. Il rumore delle cicale sovrasta ogni altro suono. Solo un leggero vento riesce a competere, conducendo il fruscio degli alberi e delle foglie. Mi appoggio alla ringhiera. Non sento movimenti nel suo appartamento. La macchina non c’è, ma potrebbero averla presa i genitori. Resto a fissare il modesto panorama del campo davanti casa. Nel mentre, siccome l’eccitazione non si è attenuata, mi chiedo se debba masturbarmi.
    
    Decido che no, non ho voglia di scorrere, potenzialmente all’infinito, la homepage di un qualche sito porno alla ricerca del video perfetto a cui dedicare il mio orgasmo. Per smuovere quell’eterno pomeriggio prendo una decisione: scendo. Non é che abbia molte alternative: o nessuno è in casa, o ci sono i genitori e mi inventerei una qualche scusa per essere lì, o lei mi apre, e il vederla soddisferebbe il bisogno di un’immagine vivida sulla quale fantasticare, oppure sono tutti a casa e torna utile la scusa di prima. Torno in soggiorno ed esco.
    
    Nel turbinio di ...
    ... pensieri derivato dall’intenso ricordo, sono davanti al suo campanello. Tutte le ante sono chiuse e, in uno slancio di coraggio, suono. Sento dei passi, la serratura rumoreggia e la porta si apre.
    
    «Ciao Paolo!» esclama, mentre, sentendo il caldo delle prime ore del pomeriggio, si fa aria con la mano «che caldo... dimmi». È vestita con una maglietta bianca leggermente attillata, cosparsa di brillantini attorno al collo, e un paio di pantaloncini grigi corti che le coprono solo fino a metà le grosse cosce.
    
    «Ciao! Ti ho disturbata? Stavi dormendo? Ho disturbato i tuoi?» le chiedo.
    
    «No, stavo guardando un film. I miei sono andati a fare una passeggiata al lago. Di che hai bisogno?».
    
    «Ah cavolo, scusa il disturbo! Non voglio interromperti la visione» esclamo spontaneamente, tentando di uscire dalla situazione in cui desideravo essere.
    
    «Non è nulla di interessante credimi, è solo per passare il pomeriggio. Piuttosto, dimmi tu. Come va? Posso aiutarti con qualcosa?»
    
    «Guarda» dico celando una felicità ingenua «volevo guardarmi anch’io un film, ma quelli che ho su li ho già visti cento volte. Allora ho pensato alla tua collezione. Magari potevo rubartene uno!»
    
    «Ma certo, entra pure» mi risponde, sinceramente entusiasta.
    
    Entrando si sentiva un leggero fresco derivato dall’ombra che riempiva la casa, forse già dalla mattina presto. Si riusciva comunque a intravedere tutto il mobilio grazie alla sottile fredda luce che penetrava dall’anta in salotto. Stavo ...
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