1. Attento a ciò che desideri


    Data: 27/12/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Lollinopisellino, Fonte: Annunci69

    ... finché non le venne lasciata la testa, e quando questo avvenne Danilo era fermo dietro di lei, con mezza asta infilatale nel culo. A questo punto, Serena si mise a gridare.
    
    Gridò per un tempo che a me sembrò infinito. Urlò in maniera straziante, che mi ricordò le prede ancora coscienti in mezzo ai leoni quando hanno già iniziato a banchettare delle loro carni, scene che avevo visto nei documentari sulla savana.
    
    Dopo un po' che gridava si mise a implorare: "Basta! Basta! Così mi rompo! Sento che mi rompo in due!" ma nessuno degli altri le dava retta. Ouamba continuava perfino a ficcarle il cazzo in gola ogni tanto, soffocandola per qualche secondo per poi levarsi all'improvviso.
    
    Solo a quel punto, vedendo la mia donna squarciata in quel modo contro la sua volontà, mi alzai e provai a reagire, ma Vlad mi prese di forza e me lo impedì, sollevandomi da terra di qualche centimetro.
    
    "Bastardi! Vi ammazzo!" dicevo, mentre la vista mi si appannava di lacrime di rabbia.
    
    "Stai zitto, che le piace" mi disse il rumeno, ed effettivamente, mano a mano, le urla diventavano sempre meno forti e iniziavano a seguire il ritmo della deflorazione che stava subendo.
    
    Continuarono così. Ouamba si staccò e iniziò a masturbarsi in disparte, poi si riavvicinò per esploderle sulla schiena e tra i capelli. Danilo, poco dopo, si irrigidì e rallentò i colpi, che divennero anche più secchi, finché non venne scosso da un tremito ed uscì.
    
    Patrick non aveva ancora raggiunto un altro ...
    ... orgasmo, ma si tolse da sotto.
    
    La lasciarono sul letto e se ne andarono ridendo, portandosi i vestiti dietro. Ouamba, superandomi, mi diede una pacca sulla spalla dicendomi qualcosa come "te l'avevo detto che non avresti dovuto farmela conoscere"
    
    Io lo sentii a malapena, non riuscivo a staccare gli occhi di dosso a lei.
    
    Era di nuovo inerme, immobile, sembrava come svuotata, buttata lì, accartocciata come l'asciugamano pieno di sborra che aveva affianco.
    
    Era tutta sporca, dai capelli alle cosce c'erano sbavature di sperma e saliva.
    
    Le chiappe e i seni erano tutti arrossati, sulle natiche potevo contare almeno cinque o sei manate di cui ancora si distinguevano le dita, ma ne aveva prese molte di più. Dal culo usciva in un rivolo perlaceo il seme di Danilo, il mio amico.
    
    Anche lei mi guardava, ma non proferiva parola.
    
    Dopo che tutti furono andati in bagno a sciacquarsi, la aiutai a mettersi seduta, e poi ad alzarsi. Zoppicò fino in bagno mentre la reggevo. Non avrei saputo dire se le facesse male solo il culo o un po' tutte le gambe.
    
    La feci sedere sul bordo del bidet e regolai il getto d'acqua nella doccia, perché non fosse bollente. La aiutai ad entrare nel box.
    
    Per un po' mi limitai a guardarla insaponarsi, massaggiandosi piano le parti indolenzite. Ma non riuscii a trattenermi.
    
    "Ti è piaciuto?" le chiesi tutto a un tratto.
    
    "Sì" rispose lei, fissandomi negli occhi.
    
    "Anche da dietro?" chiesi ancora io.
    
    Lei arrossì parecchio e mi guardò di ...
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