003 pausa con piedi - [ hungarian rhapsody ]
Data: 26/12/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69
... vero che l’amore scema con l’andar del tempo, nel sesso le ritrosie cadono, e dunque si ha modo di sondare i limiti più estremi del sesso col proprio compagno di vita, magari che so, aprendo la coppia o dandosi ad esperienze particolareggiate come il bondage o il fetish.
Apparve subito chiaro che la situazione del mio povero Carlo fosse davvero critica. Cresciuto a Candy Candy e a Lady Oscar, il fidanzato aveva sviluppato una concezione troppo romantica dell’amore di coppia e se per Carlo fosse importante avere un elevato grado di disinibizione nelle cose del sesso, per il suo fidanzato erano la concordia, la complicità, le effusioni incessanti ad avere importanza, e per questo motivo non si curava affatto di tirare dolorosi bocchini a rigatone o che fosse così stretto di culo da concedersi molto raramente alla minchia del Carlo.
Sentii come una innata necessità di conoscere questo suo fidanzato. Magari se la fortuna fosse stata dalla mia parte avrei reciso quel legame inutile e avrei finalmente liberato il Carlo gettandomelo fra le mie braccia finalmente felice. Fui però molto cauto, spiegai al Carlo che sarei diventato amico del suo Peppe, si chiamava così, e lo avrei istruito personalmente sulle cose del sesso.
Carlo fu entusiasta. Bene, da vera Pitonessa mi preparai all'attacco.
Carlo ci presentò proprio davanti al suo negozio. Uscì tutto preso, abbraccio’ il Carlo e mi strinse una mano molle che mi parve di stringere una platessa in umido.
Giuseppe, ...
... detto anche il Peppe, era un siciliano di Gela dall'accento assai sgraziato.
Oh, che azzeccasse mai una sola consonante. La T era la D, la C era la G, mi pareva di parlare col Malgioglio.
Era magra come una zanzara e col culettino inutile ben in vista, jeans elasticizzato a peperino, e una camicia trash spaventosamente aperta sul petto di una anoressica piena di catene, catenine, catenone, da parere una santa alla processione del paese. Brutta. Brutta come il debito, barbuta ovvio, e con gli occhialini eccentrici. La Peppa, presentì qualcosa di minaccioso in me, specie quando gli dissi “piacere sono CUM e sono un vecchio amico di scuola di Carlo. Ci siamo rincontrati grazie al social”. Mi buttò un’occhiataccia che dovetti far molta violenza sui miei istinti da trattenere la voglia di ucciderla a colpi di pizzichi.
Mentre la Peppina mi snobbava altamente chiedendo al suo Carlo se avesse mai comperato il pane al sesamo, io mi mantenni fredda a studiare quella cosa alta un cazzo e due barattoli ma per non dare troppo nell'occhio osservai indolente il portale del suo negozietto.
Vuoi che ti dica che lavoro mai potesse farmi la Peppina?
Che domande. Ma la parrucchiera!!!
Si che il giorno seguente mi presentai da solo al salone della Peppa e all'assistente che mi venne in contro espressi chiaramente l’intenzione di farmi rifinire la barba dalla titolare in persona. Nel suo salone per sole signore risuonava in filodiffusione tutta l’antologia indovinate di chi?
Ma ...