1. 003 pausa con piedi - [ hungarian rhapsody ]


    Data: 26/12/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... dalla voglia di ingozzarmi la gargana per scampanarmi la tonsilla. Spampanarmi il retto sarebbe stato per lui un’illusione perduta.
    
    All’uscita dalla stazione mi lasciò il suo numero, e quando gli chiesi se avesse avuto qualche minutino per un caffè, egli mi rispose di no, che il suo fidanzato l’aspettava e non mi disse nient’altro. Mi consigliò di comperare del cewingum in quanto pare che avessi una fiatella che sapeva troppo di culo e si sarebbe dato il caso che aggirarsi in Tarquinia con una puzza di culo nella bocca potesse risultare quanto mai inappropriato per una personcina distintissima venuto dal nord.
    
    Accettai l’invito. Poi mi sorrise.
    
    Fu molto cordiale perché congedandomi ebbe a dirmi che non avrebbe mai immaginato di incontrare un porco così. Su quello niente da dire, fu prodigo di complimenti perché non fece che ripetermi “che schifo che fai” e “che cessa che sei”.
    
    Avevo gli occhi a cuoricino e non seppi dire null’altro.
    
    Ci salutammo, e fu in quel preciso istante che mi accorsi dei suoi denti bianchissimi brillare tra la barbetta incolta.
    
    Per me fu troppo.
    
    Dovetti correre al bar, ordinare un caffè e chiesi al garzone dove fosse il cesso.
    
    Il garzone mi disse che il cesso si trovava infondo alla sala e corsi al cesso ignorando il suo quesito del tipo “cosa faccio aspetto a farle il caffè”?
    
    Entrato nel cesso, il Carlo mi aveva sedotto, mi mancò l’aria e portai le mani alla gola, poi aprii la finestra ma la finestra era serrata, allora ...
    ... aprii l’armadietto di servizio con le mani tremanti, svuotai tutto e quando finalmente cavai fuori lo spray deodorant al muschio bianco, allora mi accomodai sulla tazza, sollevai le gambe, bagnai la passera e me lo infilai dentro sognando il Carlo.
    
    Mi stappai la bomboletta dal culo più e più volte da scorreggiare per il piacere. Stavo col mento incassato nel petto a spremermi il capezzolo, e mi stappavo e mi stappavo e mi stappavo, fino a quando non mi sgorgarono le lacrime di passione. Poi mi esplose la prostata e mi tesi a corda strillando come una pazza cascando dal cesso.
    
    Sciancata come nessuna tornai poi al banco. Sentii la titolare imprecare di là nel cesso contro i clienti maleducati, avendo accertato il cesso in subbuglio un attimino smerdato, e con la bomboletta spray buttata a cazzo nel lavandino.
    
    Il Carlo mi aveva dato alla testa.
    
    Mi chiamò il giorno dopo. Era al parco a fare jogging e allora lo invitai a casa per qualcosa di fresco. Quando giunse gli calai il lycra, le mutande e via i calzini. Fiutai a fondo il maschio da quegli abiti trasudati sognando peace and love e andandomene completamente in botta. Lui mi guardava stupito e tornata di testa dal mio viaggio afro cubano mi sbranai il Carlo spolpandone la minchia.
    
    Al Carlo piaceva farsi fare questo.
    
    Al Carlo mancava la passione che si era dissolta con il suo fidanzato, e in me capì che avrebbe potuto svuotarsi i coglioni in tutta libertà ogni qualvolta ne avesse sentito il bisogno. L’idea di ...
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