1. 003 pausa con piedi - [ hungarian rhapsody ]


    Data: 26/12/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... due pizze che il mio labbrone si gonfiò a gommone. Ammetto che mi sentii molto subrette in quella circostanza così malferma e con i miei labbroni nuovi di zecca gli sussurrai “Mongoloide”. Poi finalmente mi obbligò alla pecorina e mi ruppe il buco del culo dapprima con la statuetta sarda che faceva molto bunga bunga ma evidentemente la mia ficona mannara stava suscitando in lui una erezione imprevista e decise dunque di trapanarmi a tal punto da farmi sanguinare.
    
    Io? Io nitrii a cavalla. Menavo tanti vaffanculo alla Peppina che egli mi tappò la bocca con un suo calzino.
    
    Andai in botta. Avevo il culo a flipper che batteva i punti.
    
    22 cm che per carità non sono tanti ma ragazzi che trapano il mio Carlo.
    
    Si sfogò con rabbia ed io mi voltai all’armadio con gli specchi tutta sbatacchiata. Ammetto che trovai molto seducenti i miei nuovi labbroni tanto che allungai la mano, afferrai il mio telefonino, e mi sparai una raffica di selfie mentre dietro di me il maschio affondava la minchia nella trippa della sua subrette.
    
    Dal mio pisello sgorgava un felice filamento di rugiada, assai lungo per la verità, su cui si facevano strada di tanto in tanto dense gocce di materia spermatica e la cosa mi lasciò in estasi come quando si va a diarrea.
    
    Lui era furibondo con me. Povero, si faceva un culo a scoparmi che una certa rabbia poteva fargli solo bene.
    
    Io continuavo a nitrire col calzino pendulo dal labbrone e lui certo dopo una buona mezz’ora cosa vuoi, pur non ...
    ... demordendo mai a trapanarmi, accuso una certa stanchezza, poiché la sua spinta taurina mi perdeva un tantino di ritmo, cosa che mi rende molto nervosa. Allora per rinvigorire la sua foga mi permisi di dirgli che mai la Peppina si sarebbe fatta chiavare cosi, e che infondo Peppina restava solo una mongoloide de merda, mentre io, sempre protagonista nel palcoscenico della mia vita, lo amavo e il mio culo non era un culo. Era una promessa di felicità.
    
    Lui allora riprese con rabbia a fottermi dandomi della Stronza e pure della Cessa, appellativo quest’ultimo che trovo e assai seducente nel maschio vero che mi scopa in modalità Verbal.
    
    Poi qualcosa andò storto. Sfilo di botto la minchia senza preavviso. Di scatto, così, a tradimento, che quando la cappellà uscì, mi stappò a scureggetta.
    
    - Basta non è più il caso
    
    - Cosa?
    
    - Devo metter un po’ d’ordine nella mia vita. Voglio andare da Peppe, voglio parlargli.
    
    Prese il corridoio ed uscì sulle scale.
    
    Dopo qualche istante di esitazione, indossai ciò che rimase del mio kimono, uscii sul pianerottolo e urlai
    
    - me ne frega assai di te, io ho una scuderia di uomini che mi fottono! E dille alla Peppa che se la vedo je ficco un dito in culo je faccio uscì l’emorroidi dar nasso brutta nana demmerda.
    
    Lanciai nella tromba delle scale lo spazzolone del cesso ma egli ormai era uscito in strada.
    
    Dopo lo sfogo ebbi una lunga fase depressiva. Mi aggiravo per Tarquinia, per le strade, tra la gente, e mi mancava il terreno, mi ...