Le cose cambiano
Data: 20/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Deb, Fonte: RaccontiMilu
... di merda, voleva essere penetrato con vigore mentre il mio viso era spiaccicato sul vetro della finestra come una zanzara e lui mi tirava i capelli da dietro dicendomi quanto son troia.
Invece è entrato dolce, da sopra. è sempre strano con il preservativo quando non sei più abituata né al sesso (erano più di due mesi che non lo facevo), né tantomeno a usarlo. Ero stretta ma per fortuna le dimensioni normali e l’incredibile pozzanghera che avevo di sotto hanno aiutato. Pensavo a quanto fosse sbagliato concedersi, ma il mio pube spingeva forte verso l’alto. La mia figa si contraeva e stringeva urlando “da qui non esci senza avermi fatto venire, ti sei approfittato di una povera innocente, stronzo”. Ho raggiunto l’orgasmo dopo poco, mordendomi talmente forte le labbra che ora, a un’ora di distanza, me le sento come quelle di Nina Moric. E dopo qualche secondo era tutto finito, mentre lui si sfogava nel lattice. La scarica elettrica ed emotiva ha dato sfogo alla rabbia. Ero incazzata. Con lui, con il mondo, con me stessa che “che cazzo faccio”. Glielo ho anche detto: “Sei contento ora? Ecco, io no”. Lui ha fatto spallucce e si è offerto di portarmi a casa, io ovviamente l’ho mandato principescamente affanculo e ho inforcato perizoma, collant e shorts e ho chiamato un taxi.
“Lasciami il tuo numero, ti prego”, ha detto senza sapere neppure il mio cognome per cercarmi su Instagram.
“Se avessi voluto rivedermi, mi avresti rispettata”, gli ho ringhiato. Al che giustamente ...
... l’artista, compiaciuto dell’orgasmo e finito il patetico ruolo del duca di sto cazzo impaurito, mi ha detto con tono serio e maschilista. “Rilassati Miss vergognosetta, ti ho appena scopata, e ti è pure piaciuto. A quelle come te piace sempre”.
“Addio, grazie per le canzoni” gli ho detto rimettendomi gli stivaletti. “Ma guarda questa”, ha replicato lasciandomi andare.
Catania 35 mi ha riportata a casa in un tragitto da soli 8,50 euro e forse 5 minuti .
Ed eccomi qui, sul letto, mentre divoro una sigaretta. Spengo la luce, me ne accendo la seconda e ci ripenso. E se fosse questa la vera Matilde? E se volessi e meritassi di divertirmi? Scaccio il pensiero: “Così ragionano le troie”. Ma magari lo sono davvero. Anzi, lo sono davvero. Solo una troia si bagna così. E non intendo si bagna così quando Filippo-l’artista mi sfiorava un’ora fa. Intendo ora, e qui, ripensando alla serata. A quanto sono bagnata ora. Solo le mie dita potranno darmi sollievo. Non provo più vergogna, ma orgoglio, un orgoglio grande come questa nuova città. Non c’è nulla di male a capire. Non c’è nulla di sbagliato a essere così. A quelle come me piace sempre. Miss vergognosetta è sparita. Adios, principessa Matilde.
Sei. Mi sveglio alle sette meno un quarto e il mio primo pensiero è sei. Ho dormito forse quattro ore, il trucco è colato sulla federa del cuscino e sono ancora con la canotta elegante in sintetico, gli shorts a strisce verticali bianchi e blu sbottonati e i collant. Penso di essere ...