1. Le cose cambiano


    Data: 20/12/2018, Categorie: Etero Autore: Deb, Fonte: RaccontiMilu

    ... caso”. Ecco, sì. Matilde è saggia e stronza. Matilde “Perché no? Però non farti strane idee eh!” non è affatto saggia.
    
    E così la mente ha continuato a dire “no, no”. Diceva “no” mentre finita Perfect le sue labbra hanno cercato le mie. La mia voce ha detto “Ehi, non eravamo qui per questo”, mentre il mio corpo si è sporto verso di lui durante il bacio. Istintivamente le mie gambe si sono chiuse quando mi son resa conto di essermi eccitata mentre il mio corpo aderiva (“troppo Matilde, troppo, alzati e vai via”) al suo.
    
    “Daaaaai”, ha detto la mia voce ancora meno convinta quando ha iniziato ad accarezzarmi le cosce e il sedere. Non ho sentito una parola di tutto quello che mi ha sussurrato tra un bacio sull’orecchio e una leccata sul collo. Recitavo come una scolaretta: “Cosa mi fai fare, smetti”, ma talmente poco convinta che mi sono fatta schifo da sola quando mi son accorta che la mia mano è andata sulla sua pancia sotto la maglietta, e che il mio bacino spingeva forte contro il suo.
    
    Con una mossa abbastanza inaspettata mi son sentita salva quando ha smesso di tastarmi il sedere (“Che bel culo hai, Matilde”, “Ma cosa dici” con malcelato orgoglio per il mio lato b perfetto) e mi ha fatta distendere, mettendosi al mio fianco. Ma appena la sua mano ha cominciato a giocare tra l’elastico dei miei collant e gli shorts, ero persa. La Matilde-con-tutto-sempre-sotto-controllo voleva alzarsi. La Matilde di ieri sera faceva la ragazzina. Diceva no ti prego, e poi tirava in ...
    ... dentro la pancia, solo una ragazza può capire la mossa. Così la sua mano si è intrufolata prima sopra i collant (“Mi fai impazzire, Filippo”), e poi, senza trovare resistenza alcuna, e entrata sotto il completino di Yamamay. Completino in condizioni pietose; appena mi ha sfiorata e se ne è accorto, l’artista ha fatto un sorrisino compiaciuto. Io mi son vergognata e ho chiuso gli occhi, mi sono morsa il labbro inferiore ma ho inarcato la schiena. “Fammi quello che vuoi tizio strambo dai modi garbati che ho conosciuto quattro ore fa”. Non lo ha detto la mia voce. L’ha detto la mia figa. Sì, figa. Perché ricordo di aver sentito un flash, un bagliore illuminante che mi ha detto “abbandonati, sii zoccola, goditi ogni secondo di questa serata, te la meriti Matilde”. Ho recitato il mio ultimo “ehi” e il mio ultimo “ma cosa mi fai fareee” fradicia, con il collant e le mutandine già alle caviglie, e un cazzo di dimensioni assolutamente normali che svettava da ridicoli boxer azzurri.
    
    Sì, cazzo. “Prendimi Filippo, approfitta di questa serata che domani Matilde torna in sé”. Non l’ho detto. Lui si è alzato per meno di un minuto, non a sufficienza per alzarmi e andare via, ma a sufficienza per farmi beccare mentre godevo un po’ da sola mentre cercava, srotolava e si infilava un preservativo. “Guardala”. Mi ha detto sogghignando. Ho taciuto e mi sono offerta. “Fai piano”, ho miagolato, ma in realtà il mio corpo voleva essere sbattuto subito su ogni superficie di questa casa radical chic ...
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