1. Solo una storia da leggere


    Data: 13/12/2018, Categorie: Etero Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti

    ... separavano una trentina di km, parlò per lo più lei, erano monologhi che non mi colpirono, non ricordo nulla di quel che disse, spesso mi toccava la coscia, quel gesto mi accendeva, ero come una fiammella che poteva spegnersi da un momento qualsiasi. La villa era solamente un mausoleo degli anni in cui un mio parente aveva i soldi. Infine diventò uno spazio in cui fottere in macchina. La usavo anche io per fottere e per lavare l'auto.
    
    I passi sinuosi e lenti, il rumore dei suoi tacchi sul pavimento del portico, si chinò improvvisamente, il vestitino non la copriva abbastanza, levò i tacchi, accese una sigaretta, si guardò attorno, mi guardò...
    
    - Volevo tutto, volevo una villa come questa, Dio mio, volevo essere famosa, avrei fatto qualsiasi cosa per diventare famosa... lo sai vero? -
    
    Sapevo, si lo sapevo. Sapevo anche che fine avevi fatto, non sapevo che ci avresti provato senza dirmi nulla. Rimasi in silenzio a fissarla.
    
    - La mattina colazione a Milano, la sera cena a Parigi. Borse, tacchi... occhiali firmati. Ho tutto questo e tutto questo non è mio. Credevo di esserci vicina, in realtà mai. Viaggi, foto... quel che desideravo non lo possedevo! -
    
    La sigaretta era a metà, quando parlava era triste, il fumo copriva le smorfie, i raggi di luna brillavano sui suoi capelli. Si aspettava qualche parola da me?
    
    - Alla fine ho capito... come si dice? il gioco non vale la candela. In dieci anni ho perso quel che contava veramente. Ho solo conosciuto gente falsa e ...
    ... perversa ed è vero non è oro tutto quel che luccica. Tu mi amavi... mi hai sempre amata, non hai provato nemmeno a fermarmi... CRISTO SANTO, sono tornata da due anni, sono quasi rimasta chiusa in casa... TI ASPETTAVO sul serio. - Disse lei, con tono accesso, accennando rabbia, frustrazione, un rimprovero che non meritavo e che mi fece dubitare all'istante di tutto, non glielo avrei permesso. Rimasi ancora in silenzio.
    
    La sigaretta era a metà, mentre tirava la presi, le bloccai il polso e la gettai, con la mia mano sinistra l'afferrati per il collo e la spinsi con violenza contro il muro, abbastanza da farle male, troppo poco per fermarmi. Continuai a stringere fino a farle perdere il fiato, la stavo soffocando. Quando la lasciai lei cadde sulle sue ginocchia.
    
    - Si, me lo merito - disse a stento con il fiato smorzato e le parole che uscirono con difficoltà dalla sua bocca - merito anche un perché, di sapere perché? -
    
    - Si dice che chi ama lascia andare... che cazzo avrei dovuto fare? Non era mia intenzione tagliarti le ali, di non farti spiccare il volo! -
    
    - Perdonami! -
    
    Lei alzò lo sguardo verso di me, con una certa disinvoltura scrollò dalle spalle le strisce che sorreggevano il vestito, non me ne accorsi, non aveva il reggiseno, i suoi enormi seni uscirono fuori, bastò poco per farmi avere una erezione. Il perdono? il perdono sarebbe una fottuta? Non importava, più che fotterla il mio desiderio perverso era di violentarla.
    
    la spinsi a terra con violenza ...
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