1. Solo una storia da leggere


    Data: 13/12/2018, Categorie: Etero Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti

    Non c'era fretta, forse tutta l'impazienza di questo mondo. Eravamo come due ragazzini entusiasti che dovevano farlo per la prima volta e non era la prima volta...
    
    Lei aprì la porta di casa e mi trascinò dentro, io chiusi la porta con un calcio, l'abbracciai e la spinsi contro il muro, iniziai a baciarla, toccarla, mi scostò un paio di volte per sorridermi, era bellissima e felice, io anche e soprattutto con una erezione enorme. L'ingresso di casa sua avrebbe assistito ad un magistrale pompino, circa due minuti di fellatio fatta ad arte, l'arte è passione e li c'era tutta. Due minuti perché di fronte avevo un orologio, scorse quel tempo e si alzò, mi prese ancora per mano ed io goffamente feci fatica a seguirla, quasi caddi, i pantaloni alle caviglie mi impedivano di camminare, li tolsi poco prima di entrare in camera sua, sull'uscio rimasero le mie scarpe ed i pantaloni, gli slip. Mi abbracciò di nuovo, la sua lingua massaggiava la mia, l'intreccio ero meraviglioso, i nostri baci lunghi e profondi esprimevano amore ma, noi non eravamo fidanzati, all'epoca non ho idea di cosa fossimo.
    
    Lei tenendomi come se non volesse perdermi si lasciò cadere a peso morto sul letto, il suo letto, ridemmo e continuammo a baciarci per qualche istante. Senza toccarlo il mio pene pulsava, sembrava come se volesse schizzare da solo, non riuscivo a controllarlo, sbottonai i suoi jeans aderenti, li trascinai impaziente fino gli stinchi, gli sfilai le scarpe poi i jeans. Vedendo il suo ...
    ... perizoma nero mi fermai, le mie mani stavano per sfilarlo, sfioravano il suo monte di venere. Invece, acchiappai quel perizoma con i denti e via. Avevo di fronte la sua figa totalmente depilata, iniziai a leccarla con passione, muovendo la lingua a 360 gradi, dentro, fuori, sola la punta. A seconda dei suoi fremiti intensificavo il cunnilinguo. Ero io gestire il suo piacere, la facevo contorcere, a volte urlare, la incitavo, stavo limonando con la sua figa. Era talmente bagnata che il letto era inzuppato, già inzuppato ancor prima di penetrarla, iniziai a masturbarmi. Le mie ginocchia erano a terra, la mia testa tra le sue cosce. Fottevamo spesso. Prima di allora l'unico posto diverso dai sedili della mia macchina era stata una panchina della villetta comunale ed un pompino sulla spiaggia di notte, quando eravamo ovviamente soli. Quella fottuta, doveva essere memorabile, si lo concordammo, ce ne saremmo fregati di sua sorella e di suo fratello. Casa era nostra fino al rientro dei genitori che erano fuori per qualche giorno.
    
    Il tempo passato era indefinito, non avevo idea da quanto tempo le stessi leccando la figa, mi piaceva, non mi sarei fermato, attendevo il suo spruzzo, la sua esplosione ed avrei continuato, la volevo così bagnata che penetrandola il mio cazzo si sarebbe anestetizzato in modo da poterla fottere senza sosta, fino allo sfinimento come ci eravamo prefissati, senza precauzioni, senza interruzioni.
    
    I suoi gemiti erano una soave musica per me, mi inibivano di ...
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