Solo una storia da leggere
Data: 13/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti
... locale... "puttana... maledetta puttana" pensai, e feci male a pensarlo, avrei dovuto dirglielo un faccia.
Tutti la desideravano, tutti la bramavano, sapeva dare confidenza, era gentile e volgare a seconda con cui interloquiva, i clienti triplicarono. Io la guardavo con disprezzo, non pensavo a nulla, non ricordavo nulla. Ogni tanto la vedevo fumare, lei che odiava il fumo. Parlavamo di rado a monosillabi, la sera chiudevamo ed io andavo a fottere con la tizia che frequentavo, lei invece era ancora sul lungomare quando rientravo, stava con il fratello ed il cugino, nessuno osava parlarmi di lei.
Uno dei nostri clienti gestiva una enorme discoteca estiva, non ci aveva mai invitato e quel sabato lo fece, tutto lo staff, merito di Checca. Andiamo non andiamo? Quella sera non c'era Ludovica ed io volevo svagare ma, la sua presenza mi tediava. Mi dissero che lei non c'era, "la puttana andrà a scopare con quel coglione... meglio così".
L'una di notte o del mattino, insomma dopo la mezzanotte. Ballavamo in uno spazio leggermente privato della disco, si e no una trentina di persone, c'erano posti a sedere, e cosa più importante nessuna calca. Ballavamo tra di noi, io, Fabio, Alessio, Sara, Angela e Gilda, non capivo un cazzo, avevo giusto bevuto due cocktails annacquati, avevo la testa libera nessun pensiero, libertà assoluta, pace e poi, c'è sempre un poi... lei, magnifica, elegante, con un vestitino corto, stranamente non volgare, grigio e argentato, luccicante, tacchi ...
... vertiginosi, neri come i suoi meravigliosi, lunghi capelli.
Si mise dinnanzi i miei occhi, ballando disinvoltamente avvolse le braccia intorno al mio collo, ero paralizzato, forse impaurito.
- Divertiamoci - disse o almeno fu quello che io capii.
In tutto questo aveva un sigaretta tra le dita. Lei sorrise, non era quello il sorriso che ricordavo. Se dieci anni prima il suo sguardo era innocente, quello di adesso lasciava spazio solo a malizia, forse anche perversione. Dovevo odiarla, il suo contatto mi frenava.
Avevo un cocktail in mano, ballavo come uno scemo, lei me lo tolse dalle mani, ne bevve un poco gettò il mozzicone di sigaretta all'interno e poi lo diede ad una persona a caso. Rimise le mani intorno al mio collo. Condusse i miei movimenti mentre io ero assalito dai pensieri, la sensazione che lei mi provocava non saprei descriverla, me ne andai... subito, verso l'uscita, con il fiato sospeso. Fuori appoggiato alla mia macchina imprecai nel mio silenzio, "CAZZO, CAZZO".
Misi le mani sulla fronte e decisi di andarmene, entrai in macchina ma, prima che potessi farlo, lei, era seduta al posto del passeggiero.
- Dove andiamo? - disse sorridendo. Era il sorriso che mi mancava, mi tranquillizzò, poi aggiunse: - Ti ricordi la vecchia villa? Portami li, si sta bene d'estate! - Sorrise ancora, ed io mi perdevo in quel sorriso e allo stesso tempo cresceva la rabbia mista a paura perché avrei sofferto, lo sapevo, mi avrebbe fatto soffrire. Da quella villa ci ...