1. Il sequestro (IX parte)


    Data: 05/12/2018, Categorie: pulp, Autore: Rot43, Fonte: EroticiRacconti

    Ore 10:00
    
    Con in mano una ventiquattro ore un uomo si avvicinava con passo deciso verso l’auto parcheggiata al lato del marciapiede, camminava evitando di guardarsi intorno per non attirare l’attenzione o la curiosità di occhi indiscreti. Il direttore della banca osservava l’uomo procedere a passo sostenuto e deciso, cercava di comprendere qualcosa dalla sua andatura, qualcosa di strano che potesse giustificare il ritiro di una somma del genere con fretta e senza preavviso, ma l’uomo sotto non sembrava affatto spaventato ne sembrava avere fretta. Cercò di capire se fosse da solo o in compagnia, ma dalla prospettiva del suo ufficio non riuscì a scorgere nessuno all’interno della vettura, questi curiosi quanto blandi controlli sembrarono acquietare i sospetti del “solerte” direttore che alzando le mani, ritornò alla scrivania tra le sue scartoffie. Mario si avvicinò alla portiera dell’auto e aprì la portiera posteriore dove adagiò la valigetta, poi con calma aprì anche la portiera anteriore e prese il suo posto al volante. Valerj lo attendeva impaziente
    
    V:- Quanto cazzo ci hai messo?
    
    M:- Ho appena prelevato per te e i tuoi amici 30.000 euro senza appuntamento ed è stata una fortuna che mi abbiano accordato il prelievo. Quindi non rompermi i coglioni! Chiaro?
    
    Mario sbuffò, senza cercare di scomporsi. Sapeva che dalla banca qualcuno lo stava osservando e che avrebbe smesso di farlo solo se si fosse allontanato senza dare nell’occhio. Cercò di spiegarlo al suo ...
    ... passeggero, il quale afferrò, ma non si fece sfuggire l’occasione per fargli comprendere quanto non gli fosse piaciuto il tono utilizzato. Il bulgaro borbottò qualcosa nella sua lingua a voce basso dissimulando così la sua agitazione. Mario mise in moto e con calma e tranquillità imboccò la strada verso la sua maledetta villa.
    
    Ore 10:30
    
    Quell’abbraccio tra Rossana e Darko aveva aperto tra quei loro mondi diversi e paralleli un varco magnetico che ora li richiamava e legava l’una all’altro nel profondo. Rossana non riusciva a capacitarsi di cosa le stesse accadendo aveva scoperto in sole ventiquattro ore che la sua vita era andata irrimediabilmente a puttane e adesso, in ancor meno tempo, sentiva di aver scovato un nuovo sostegno alla sua disperazione nell’uomo che l’aveva torturata e costretta alle cose più indicibili. Pensò che fosse diventata matta o che semplicemente fosse in preda a ciò che molti psicologi avevano definito, a proposito dell’infatuazione delle vittime verso i propri carcerieri, sindrome di Stoccolma. Ecco cos’è! Pensò nella sua paranoia di star vivendo quella che è la classica sintomatologia del sequestrato. Empatizzare con il proprio carceriere per dissimulare la paura e contrastare il sentimento di terrore con quello più armonioso come l’amore. La sua mente vagava alla ricerca di una spiegazione per quello che stava accadendo, tutto quello che aveva fatto, detto e la comprensione delle azioni dell’uomo erano tutte riconducibili ad una temporaneo disordine ...
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