1. Happy Days


    Data: 05/12/2018, Categorie: Etero Autore: Scribacchina_per_caso, Fonte: EroticiRacconti

    ... desta e sinistra da piante colorate dalle più belle sfumature della palette dei verdi e dei marroni. Il cielo sopra di noi è azzurrissimo con poche nuvole che sembrano leggeri batuffoli di cotone. Il sole risplende felice in cielo, quasi sorridente. Riflette a pieno il mio attuale umore, sono appena tornata bambina mentre abbracciata a mio padre facevamo quelle gite fuori porta la domenica mattina.
    
    Proseguiamo lungo la strada su una ripida salita che porta su un’altura. Una volta arrivati in cima scopro un’immensa terrazza panoramica, dove non sono mai stata. Da qui si vede tutta la mia amata città, anche se mio malgrado, i suoi rumori molesti si percepiscono fin quassù. Corrado si ferma proprio davanti alla balconata, spegne il motore girando delicato la chiave e con uno scatto della punta dello stivaletto abbassa il cavalletto. Scendo dalla moto e mi perdo per alcuni minuti a contemplare il panorama. È pazzesco come io possa avvertire in lontananza clacson degli automobilisti maleducati e contemporaneamente il canto degli uccellini che nidificano sulle piante.
    
    Ancora persa a contemplare lo splendore di questo posto, sento un leggero bussare alla mia spalla. Mi giro nel pieno del mio paradisiaco stato d’animo e incontro lo sguardo del mio segretario preferito, che mi porge un flûte, ricolmo di bollicine liquide.
    
    «Dove lo tenevi?»
    
    «Sulle donne qualcuno ne sa più di Fonzie?» dice strizzando l’occhietto impertinente e porgendomi il suo.
    
    I bicchieri cozzano tra ...
    ... loro con un tintinnio chiaro che risuona su tutta la vallata quasi come il battito del mio cuore. Beviamo pigramente appoggiati alla moto. Sembriamo una coppia di adolescenti che s’imboscano nei parchetti per a farsi le coccole.
    
    «Ti vedo stanca…» fa dopo un bel sorso.
    
    «Sì, perché qui…» e ammicco verso di lui «Mentre io lavoro, qualcuno se ne va con una scusa e sparisce per tutto il pomeriggio». Bevo a mia volta, forse un po’ troppo veloce perché una goccia scivola giù lungo le mie labbra. Mi aspettavo ribattesse alla provocazione con una battutina tagliente, invece tiene lo sguardo fisso su quella goccia. Alza un braccio e col pollice la tira via. Porta il dito alle sue labbra sottili e lo succhia guardandomi con quello sguardo intenso color nocciola che quasi mi fa svenire. Non ce la faccio più, e in un moto di follia lo afferro per il bavero della canottiera e lo tiro a me per baciarlo. Le nostre labbra si toccano di schianto, governate solo dalla fame e dalla voglia di saziarci uno dell’altra. Le lingue s’incrociano in una danza goduriosa, uno stupendo passo a due che m’infiamma fin dentro le viscere. Quasi non mi accorgo, che nell’irruenza del mio gesto, il colletto della canottiera si è leggermente lacerato.
    
    «Come sei irruenta» mi sbeffeggia cingendomi per i fianchi. Senza proferire parola, in un sol gesto sfilo via in modo poco gentile il giubbetto che viene lanciato qualche metro più là e afferro i lembi rotti della canotta. In un solo, repentino strattone, ...