1. Happy Days


    Data: 05/12/2018, Categorie: Etero Autore: Scribacchina_per_caso, Fonte: EroticiRacconti

    ... egregio, non troverei mai nessun documento se lui non si occupasse di sistemare e archiviare i vari fogli che lascio in giro.
    
    Alzo lo sguardo e trovo i suoi occhi color nocciola che mi fissano e il suo sorrisetto maligno che increspa le labbra.
    
    « Conosco un modo molto divertente con cui potresti farti perdonare…» ridacchia leggermente.
    
    « Abbassa la voce!» lo imploro, non voglio che i nostri colleghi sappiano che tra me e lui ci siano ben altro tipo di riunioni, che si concludono spesso nella mia camera da letto.
    
    « Senti…» fa lui accogliendo la mia supplica « Dopo pranzo avrei bisogno di uscire un po’ prima, devo andare dal parrucchiere» dice facendo una pila con alcuni fogli messi alla rinfusa sulla mia scrivania.
    
    « Quelli sono da catalogare e archiviare».
    
    « Selv…» dice « Sta sera mi vedo con una, devo farmi bello capisci?»
    
    « Che donna fortunata!» alludo sbattendo le mie folte ciglia come farebbe un colibrì con le sue ali.
    
    « Stavo pensando… di fare un ciuffo davanti alla Fonzie!» e mima la pettinatura con le mani « Che ne pensi?»
    
    « Posso essere la tua Joanie?» Ridacchio come un’adolescente, ormai il cervello non ragiona più, ha lasciato il posto al comandante in seconda, la mia vagina, che mi fa parlare a sproposito solo perché vuole saziare l’appetito che il mio bel quattrocchi le sta facendo venire.
    
    « Non mi risulta che loro siano mai stati insieme» fa grattandosi leggermente il mento con la destra, quanto mi eccita quando fa il ...
    ... puntiglioso.
    
    « Si, ma almeno posso farti gli occhi dolci» e senza smettere di battere i miei occhioni, accavallo le mie lunghe gambe nude fasciate da una gonna color cachi. Sento quasi il suo cuore che inizia ad accelerare, e il rumore della patta che si gonfia mentre osserva rapito tutto il movimento.
    
    “Chissà se sapesse che sotto non indosso le mutandine”
    
    « Va bene signor Gazza» accordo girando repentina la sedia verso lo schermo, non degnandolo più di uno sguardo «Ha il mio permesso di uscire prima da lavoro» meglio lo congeda prima che la stanza diventi rovente. Ho già detto che adoro tenerlo sulle spine?
    
    Senza che arrivi una risposta, la porta si chiude in un click e rimango di nuovo sola, con il rumore del cantiere fuori dalla finestra.
    
    La giornata prosegue abbastanza veloce, mi barcameno tra rapporti di analisi dei rischi e definizioni degli obiettivi di performance, sollazzandomi di tanto in tanto, tra il ricordo degli addominali scolpiti del mio Corrado, e la vista dei dorsali nudi dei muratori.
    
    Quando finalmente la stanca lancetta dell’orologio raggiunge il puntino delle sei, afferro il giubbotto e filo via silenziosa, nel corridoio deserto. Cammino quasi in punta di piedi, non vorrei che i miei tacchi facciano rumore e che i guai sentendo i miei passi, decidano di raggiungermi proprio mentre sto per andarmene a casa. Di colpo mi ritrovo a pensare che Corrado mi aveva detto che sarebbe uscito con una ragazza stasera, un moto di gelosia prende a morsi il mio ...
«1234...»