Nata schiava (II parte)
Data: 17/01/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Asignoluc, Fonte: RaccontiMilu
... manca?”
“S…si… d.. dieci… undici… il p..padrone spesso mi porta quasi al limite dell’orgasmo p…poi… dodici… si ferma. Mi sembra d’impazzire… tredici…”
” E non ti masturbi mai?” “..N… no. Quando non c’è nessuno che mi controlla mi vengono l… legate… quindici… sedici… le mani dietro la schiena… diciassette… diciotto… A volte mi fanno masturbare davanti agli amici del padrone per farli divertire ma quando c…chiedo… diciannove…. Il permesso di godere mi fanno smettere… venti…” Smise di colpire e la benda mi copriva gli occhi pieni di lacrime.
Continuò a lungo, tempestandomi di domande ed facendomi esporre in tutti i modi.
Mi inculò più volte ma volle provarmi anche la figa, senza permettermi di godere, trovandola evidentemente di suo gusto in quanto sbottò “Devo dire al tuo padrone che è un vero peccato non usare una figa così accogliente” Ma quello che gli piacque di più fu la mia bocca che trovava anche lui incredibilmente morbida e calda. Mi usò e provò a suo piacimento per buona parte del pomeriggio, poi mi incatenò come mi aveva trovato ” Ci vediamo presto, cugina puttana. Anzi devo chiedere se ti prestano che mi piacerebbe portarti a fare un giro, così, tanto per rivedere i vecchi amici. Perché ti presta ogni tanto, è vero?”
“Si, spesso. Basta chiederglielo”
“E tu quando vai in giro come ti vesti?”
“Come desidera lei, signore”
“Con il guinzaglio?” “Si signore”, “Bene, bene… Ci divertiremo” Mi diede un’ultima schiaffo sulla figa e se n’andò ...
... fischiettando
L’esperienza con i miei cugini mi aveva profondamente cambiata. Ero consapevole di avere imboccato una via senza ritorno e mi rendevo conto di essere ora schiava più di quanto lo fossi mai stata, più di quanto avrei mai pensato.
Se ne rese conto anche il padrone che d’allora divenne ancora più esigente.
Una sera mentre mi esibivo infilandomi un enorme fallo di legno nel culo per divertire alcuni suoi amici uno di questi, Marco che spesso mi usava per intrattenere il suo cane, un rottweiler che dovevo succhiare e dal quale venivo regolarmente montata, osservò che non portavo nessun segno della mia condizione sul corpo, che avrei potuto fingere trovandomi di fronte degli sconosciuti. Gli altri approvarono e così si decise che avrei portato sul corpo del segni indelebili della mia condizione di animale da sesso.
Mi venne fatto un tatuaggio sopra la figa, a caratteri grandi e neri, di modo che sedendomi a gambe larghe come ero solita fare, si leggesse chiaramente “schiava” . Anche sui capezzoli, proprio al margine dell’aureola, mi vennero fatti di tatuaggi, più piccoli e della stessa tonalità del capezzoli: sulla mammella di destra si leggeva tutto intorno al capezzolo ” sottomessa”, su quella di sinistra “a disposizione “.
Il padrone decise anche di forarmi i capezzoli e mettermi degli anellini permanenti, anelli anche alle labbra della figa, in modo da poterla tenere aperta con due catenelle intorno alle cosce, oppure chiusa con un lucchetto. Mi fu applicato ...