La sconosciuta del bus
Data: 28/11/2018,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: lokrost, Fonte: RaccontiMilu
Sono anni che utilizzo sempre lo stesso bus, sempre alla stessa ora, la mattina per andare ed il pomeriggio per tornare. Una parte della giornata che quasi sfugge, con le cuffie che sparano nelle orecchie una musica che assorda tutto ciò che mi circonda e gli occhi quasi sempre chiusi o rivolti al grosso vetro che veloce mostra i paesaggi scorrere. Tengo gli occhi rivolti all’esterno sopratutto durante il ritorno, dalla città frenetica nella sua imperiosa routine, le auto incolonnate, i motorini che sfrecciano come pirati, per poi passare alle grosse statali fino ad arrivare a piccole strade provinciali immerse tra i boschi quasi deserti ma pieni di natura che quasi non si nota più.
Nel viaggio di ritorno sopratutto, non sempre trovo posto a sedere e come in un grosso carro di buoi mi tocca stare in piedi, nel corridoio centrale fino a quando il grosso delle persone non scende alle prime fermate. Solo allora, cerco una coppia di sedili liberi dove accomodarmi. Ho sottolineato una coppia di sedili per un motivo, anzi, per una persona. Fondamentalmente è una sconosciuta, fondamentalmente non ci siamo mai parlati, eppure viene sempre a sedersi al mio fianco. Quasi come se gli altri pendolari lo sapessero non occupano mai il sedile affianco al mio, perché dopo poche fermate, sale lei.
Sempre ordinata, sempre silenziosa, con i suoi capelli a caschetto, si dirige sicura verso di me e come in un tacito accordo, appena la vedo sposto il mio zaino dal sedile libero. Non un ...
... ciao, non un cenno, niente. Quasi sempre indossa jeans a vita bassa da cui sovente si intravede il bordo di mutandine arricchite da bordi in pizzo e maglioni o magliette sempre attillate come a voler mettere in mostra il suo generoso seno ma senza mai mostrare alcun tipo di scollatura. Un piccolo piercing in viso, qualche orecchino, un goccio leggerissimo di profumo e con un trucco mai esagerato passa quasi inosservata agli occhi distratti dei passeggeri.
Sono passati quasi due anni di questa routine in cui non ha mai tirato fuori un giornale da leggere ed oltre a qualche fugace occhiata sul cellulare, è sempre rimasta composta e con lo sguardo fisso sul sedile di fronte.
Nei giorni in cui il bus era talmente pieno da dover stare in piedi, causa sopratutto degli scolari di rientro a casa, quando saliva sul bus, capitava quasi sempre che mi cercasse con lo sguardo e se il caso lo rendeva possibile, mano a mano che la gente scendeva, si avvicinava sempre più a me.
Ancora oggi non mi capacito di questo silenzio durato tanto, eppure era così e sembrava fare comodo ad entrambi.
Però un giorno, ci fu la svolta.
Piena estate, tutti accalcati, stretti uno contro l’altro a scambiarci controvoglia sudori ed odori, quando eccola entrare. Con lo sguardo mi cerca, mi trova e contrariamente al solito, con decisione si dirige verso di me facendosi largo tra i passeggeri ammassati. A differenza del solito, il suo sguardo fa trasparire una dose massiccia di nervosismo e dopo avermi ...