il Boss e la mercedes rossa
Data: 27/11/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Sesso di Gruppo
Autore: gabreeneyes, Fonte: RaccontiMilu
... due uomini di don Fabio, due soggetti veramente poco rassicuranti, con due pance prominenti e le braccia tutte tatuate, cui don Fabio immediatamente disse “spogliatevi che c’è chi succhia il cazzo!” Pasquale e Francesco si denudarono rapidamente, mostrando il primo un uccello lungo e sottile ed il secondo un cazzo che sembrava una lattina di coca-cola, corto ma davvero molto largo. “ora – disse Don Peppe rivolgendosi a me e Roberta – cominciate a succhiarmi l’uccello e non solo…” tirando fuori il suo famoso cazzo asinino e quindi io e Roberta ci avvicinammo con un certo imbarazzo al suo arnese che peraltro io conoscevo abbastanza bene, ma mentre io cominciai a succhiarglielo immediatamente, Roberta era leggermente perplessa ed intimidita, la cosa fece abbastanza arrabbiare don Fabio che le mollò immediatamente una sberla in pieno viso, anche abbastanza forte, “cosa aspetti stronza? Ti ho detto di succhiare il cazzo insieme a quest’altra zoccola di mammina disse” al che Roberta, capita la situazione, si fiondò sull’uccello di Don Fabio, cominciando a leccarlo insieme alle palle. Le nostre lingue si incrociarono varie volte sull’uccello e quindi, guardandoci negli occhi, ci dedicammo ognuna ad una parte del suo cazzo, io gli succhiavo le palle e gli leccavo la zona perianale fino all’ano e lei gli leccava e succhiava la cappella, ogni tanto nel leccargli l’asta le nostre lingue si incrociavano e stranamente, pur non avendo mai avuto tendenze lesbiche, la cosa non mi ...
... infastidiva, anzi mi eccitava molto; dopo buoni 10 minuti di trattamento l’uccello del boss aveva raggiunto dimensioni notevoli, al che lui disse “ora dedicatevi miei amici che li dovete fare arrapare pure a loro” così Roberta si dedicò ad imboccare le fave di Pasquale e Francesco, mentre io succhiavo l’uccello di Peppe e di Lorenzo, alternando succhiate e slinguate sui loro cazzi, come al solito Peppe mi faceva quasi soffocare sul suo uccello facendomi scendere le lacrime e salivare come una cagna, ma la cosa ormai mi eccitava ed i loro mugolii di approvazione e piacere mi gratificavano, la cosa infatti mi rendeva orgogliosa, ero diventata davvero un’ottima pompinara! A questo punto don Fabio disse “prima di fottervi, Voglio vedere quanto siete puttane, ora mammina, mettiti quel giocattolino lì – e fece segno verso una cassa nell’angolo – dopodiché ti scoperai questa troietta, anzi, te la inculerai”, girai gli occhi e vidi appoggiato sulla cassa un fallo a due teste di plastica, con una imbracatura composta da cinghie di cuoio, una parte del fallo andava inserita nella mia vagina mentre l’altra, dopo avere legato le cinghie dietro al sedere, diventava un vero e proprio cazzo con cui fottersi Roberta. Indossai con difficoltà lo strapon (ho scoperto dopo che si chiamava così), in quanto, pur essendo come al solito bagnatissima, la parte che doveva entrare nella vagina era abbastanza grossa, don Fabio mi guardò e mi disse “mammina bella, ora Ti inculi questa sgualdrinella davanti al ...