1. il Boss e la mercedes rossa


    Data: 27/11/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sesso di Gruppo Autore: gabreeneyes, Fonte: RaccontiMilu

    ... le mia gambe ne i miei occhi, lei smetta di fare il cretino e si limiti ad assumersi le sue responsabilità!” l’uomo che si vedeva non essere abituato ad essere messo in discussione, mi rivolse uno sguardo di fuoco per essere stato messo in imbarazzo, ma immediatamente cambiò espressione assumendo un atteggiamento condiscendente, si girò quindi verso l’uomo che lo accompagnava e fece “Peppe, ma a quest’ora &egrave aperta la nostra officina a Santa Celera?” e l’uomo replicò “certo Don Fabio, per voi l’officina &egrave SEMPRE aperta”, al che rivolgendosi verso di me fa “bella signora, se non le crea ulteriore fastidio potremmo sistemare la macchina immediatamente in quanto si dà il caso che io possegga, tra le mie tante attività, anche alcune carrozzerie e se non le crea problemi potremmo sistemare la macchina subito così le facciamo passare l’arrabbiatura – disse sornione – le donne che si arrabbiano perdono fascino, non &egrave vero Peppe?” ottenendo dall’amico un netto assenso “certo Don Fabio, le belle donne devono stare tranquille, sono come delle belle cavalle, devono essere domate, per essere cavalcate, non va bene che si imbizzarriscono, possono fare danni!”, ovviamente questi commenti cafoni mi infastidirono ancora di più ma l’aura di pericolosità che scaturiva dai due, mi fece tenere a freno la lingua e poi pensandoci bene forse un po di colpa ce l’avevo anche io e visto che si assumevano l’onere della questione non volevo fare altre discussioni; peraltro non volevo ...
    ... farne neanche con mio marito che proprio la settimana precedente aveva speso 3.000 euro per sistemare la macchina e quindi lascia cadere dicendo “va bene possiamo andare, però tenete presente che per le 20.30 devo essere a casa poiché a quell’ora mia sorella mi riporta le bambine”, “nessun problema – disse Don Fabio – per farvi questo servizio un paio d’ore bastano”, un brivido mi scorse lungo la schiena e quelle parole mi riportano in mente qualcosa dettami da qualcuno….ma non ricordavo a cosa si riferisse. Per sicurezza ci scambiammo reciprocamente i dati e i contatti telefonici per poi metterci successivamente d’accordo sul da farsi, seguii la macchina lungo alcune strade che conosco e dopo qualche decina di minuti arrivammo davanti ad un cancello d’acciaio che dalla berlina, aprirono con un telecomando, io li seguii lungo una rampa che dava ad un garage interrato del palazzo e parcheggiammo le macchine, solo allora mi resi conto che il locale davanti a me non era una carrozzeria in quanto non vi era alcuna macchina parcheggiata ed una certa paura cominciò a prendermi. La certezza venne quando Peppe scendendo dalla macchina aprì la portiera con una certa violenza, tirandomene fuori quasi fossi una bambola e come vi ho detto non sono proprio piccolina! Don Fabio mi guardò con il suo consueto sorriso a mezza faccia che però ora era sormontato da due occhi neri e cattivi “allora, la mammina voleva fare la gran donna, adesso vediamo quanto lo sei!”, “ora bella mia, spogliati ...
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