1. Frate martino - 2


    Data: 18/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... frate Marcello.
    
    “Vieni”, gli disse ancora.
    
    Frate Martino abbandonò la zappa a terra e aggirò la siepe per raggiungere il confratello, che lo aspettava con una scodellina in mano, coperta da una foglia di cavolo.
    
    “Te ne ho portato un po’…”, disse, togliendo la foglia di cavolo e mostrando il contenuto della scodella.
    
    C’erano alcuni bocconi delle orate pescate la mattina. Il profumo delle erbe aromatiche con cui erano state cucinate gli solleticò il naso e gli risvegliò lo stomaco.
    
    “E’ poco. – volle scusarsi frate Marcello – ma solo questo sono riuscito a portargli via… a momenti quelli si mangiavano pure la padella!”
    
    “E’ colpa tua, - mugugnò frate Martino, masticando un bocconcino di quella delizia – gliel’hai cucinata troppo bene. La prossima volta, mettici un po’ di fiele, così la lasceranno lì!”
    
    “Ma allora non la mangeresti neanche tu.”, osservò frate Marcello prendendolo sul serio.
    
    “Ah, non temere, con la fame che ho! Prendine anche tu.”, fece porgendogli la scodella, in cui era rimasto bene poco.
    
    “No, è per te. Io mi sono già preso la mia parte!”
    
    Frate Martino finì di masticare e inghiottì l’ultimo pezzo, poi raccolse il condimento con le dita e se le leccò avidamente.
    
    “Che bontà…”, sospirò, rendendogli la scodella.
    
    “Sei tutto sudato. – osservò frate Marcello – Vieni, andiamo a rinfrescarci un po’ allo stagno.”
    
    “Ma frate Salterio…”
    
    “Frate Salterio può andarsene al diavolo! - sbottò l’altro, facendosi il segno della croce – Lui, ...
    ... intanto, se ne sta al fresco a riposarsi. Andiamo a mettere i piedi nell’acqua. Dopo ti do una mano io, così finiamo prima che si svegli.”
    
    Frate Martino non seppe resistere e, presolo per mano, lo trascinò quasi di corsa verso il laghetto. Non c’era nessuno in giro, neanche i servi del monastero, rintanati nelle loro camerate, e in un attimo furono sul posto.
    
    Pur soffocato nell’afa pesante del pomeriggio estivo, lo stagno si presentò ai loro occhi con un’immagine di riposante frescura. I due si tolsero i calzari e si avvicinarono alla sponda, adesso più sicura, essendosi il fango asciugato. Si tirarono su il saio e si sedettero, con i piedi immersi nell’acqua fino ai polpacci.
    
    “Ah, che bello!...”, sospirò frate Marcello, puntellandosi sulle braccia all’indietro.
    
    Frate Martino non rispose, perso a guardare le carpe che volteggiavano nell’acqua melmosa, avvicinandosi a volte fino ai loro piedi, quasi fossero consapevoli di non correre alcun pericolo.
    
    “Che ridere, stamattina, quando sei scivolato…”, disse ad un tratto frate Marcello.
    
    “Sì, è stato divertente…”
    
    “Ti si è visto tutto…”.
    
    Frate Martino si girò a guardarlo.
    
    “Ti è piaciuto?”, gli chiese, sentendosi serpeggiare un brivido di libidine nei posti proibiti.
    
    Frate Marcello non rispose.
    
    “Tu… - fece ad un tratto frate Martino – tu… ti tocchi mai?”
    
    “Come?”
    
    “Ti tocchi mai… qui sotto?”, ripeté frate Martino, infilandosi la mano sotto il saio.
    
    “Cosa dici? – avvampò l’altro – lo sai che è ...
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