1. Frate martino - 2


    Data: 18/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... gli riusciva di scorgere una briciola di nudità maschile e la cosa lo sconvolse. Intanto, frate Marcello si era tolto pure i sandali e cautamente si era avvicinato all’acqua melmosa.
    
    “Ah! – gridolinò, appena fu con i piedi dentro – è fredda!”, e si volse all’amico con un’espressione tra una smorfia e un sorriso divertito.
    
    Passato il primo momento, avanzò qualche passo, poi si voltò a frate Martino:
    
    “Passami il retino.”
    
    Al che, dopo un attimo di incertezza, anche fra Martino, si rimboccò il saio in vita e si tolse i sandali, prima di avvicinarsi cautamente alla sponda dello stagno. Si allungò per passargli il retino e si trasse indietro, mentre l’altro avanzava ancora di qualche passo, guardandosi attorno alla ricerca dei pesci.
    
    Poi, con un guizzo tuffò il retino nell’acqua e lo sollevò esultante con una grossa carpa che vi si dibatteva dentro.
    
    “L’ho presa! Passami il secchio.”, si volse a dire all’amico, ma così facendo perse l’equilibrio e capitombolò riverso nell’acqua.
    
    “Frate Marcello!”, urlò fra’ Martino e si precipitò a soccorrerlo, ma fece male i calcoli, perché scivolò nella melma e cadde pure lui col culo nell’acqua.
    
    A quella vista, e di vista ce n’era davvero parecchia, perché nello scivolare il saio era risalito a scoprirli buona parte del parco divertimenti, frate Marcello scoppiò a ridere fragorosamente, mentre cercava a fatica di rialzarsi. Tiratosi su, col saio bagnato che gli si appiccicava al corpo, si affrettò ad aiutare l’amico, gli ...
    ... porse la mano e lo aiutò rimettersi in piedi e poi a tornare sulla riva asciutta.
    
    “Scusami, frate Martino, - disse a fatica, tenendosi la pancia dalle risate – ma dovresti vedere come sei ridotto…”
    
    “Dovresti vederti tu…”, mugugnò lui, lasciandosi però subito coinvolgere dall’ilarità dell’altro.
    
    “E poi, ti si è visto tutto…”
    
    Martino avvampò e si affrettò a tirarsi giù il saio.
    
    “La carpa è scappata…”, disse.
    
    Fra Marcello fece spallucce:
    
    “Adesso ne prendiamo un’altra.”, disse allegramente e rientrò in acqua.
    
    Stavolta tutto procedette regolarmente e una mezzoretta dopo i due fraticelli rientravano con diversi bei pescioni ancora guizzanti nel secchio, pronti per essere cucinati e serviti alla tavola dell’abate.
    
    Più tardi, mentre i monaci erano nelle loro celle per il riposo pomeridiano, frate Martino, il cui stomaco aveva già smaltito il magro pasto, si trovava nell’orto intento a portare avanti il lavoro che gli era stato affidato da frate Salterio. Si sudava non poco sotto il sole ancora alto del primo pomeriggio. Aveva appena terminato la striscia di terreno a ridosso dell’erba ruta e si era fermato un momento a riprendere fiato. Sentiva il sudore colargli alle ascelle e lungo la schiena, inzuppandogli la camicia sotto il saio pesante. Era assorto nei suoi pensieri, quando:
    
    “Ps! Ehi, frate Martino..”, si sentì chiamare a bassa voce.
    
    Sobbalzò e si guardò attorno: in uno squarcio dell’alta siepe di confine faceva capolino il volto sorridente di ...
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