Sul treno del ritorno (edm.13) - Racconti Erotici

Sul treno del ritorno (edm.13)

Sul treno del ritorno (EdM.13)

Prosegue dalla puntata 12 “Una poltrona per due”

“I don’t think you’re ready for this jelly

I don’t think you’re ready for this…”

(Destiny’s Child, “Bootylicious”, 2001)

Alle 9.00 siamo a bordo del treno in viaggio verso casa. Appena seduto mi riprometto di usare le due ore abbondanti di viaggio che ci attendono per comprendere un po' meglio tutta la situazione

“proviamo a chiamare Eugène?”

“lascia stare! starà correndo in ospedale e, conoscendolo, sarà sicuramente tesissimo: piuttosto gli mandiamo un messaggio”

“gli scrivo io!” propone Roberto

La nostra carrozza è semivuota: seduto vicino al finestrino in direzione di marcia, ho di fronte a me Andrea, al mio fianco Roberto. Siamo tutti un pò sottotono, preoccupati ovviamente per il nostro amico e stanchi per gli eccessi, alcoolici e non solo, della sera precedente.

“guarda un po' se va bene così!” dice Roberto passandomi il telefono

“ciao Eu, sei arrivato? Com’è la situazione? Facci sapere appena puoi!”

“io aggiungerei anche un: per qualunque cosa conta su di noi, stiamo tornando”

“sei un mito! Ecco: inviato!”

Il treno dopo aver lentamente attraversato quartieri periferici e aree industriali tristemente in disuso ha acquistato velocità e corre ora nella campagna. Con la tempia appoggiata al finestrino osservo l’ampia distesa delle risaie già allagate dove le nuvole si rincorrono come in uno specchio.

Viaggiamo su un vecchio regionale con molti ...

... finestrini aperti: il concetto di insonorizzazione sembra ancora da inventare e, sopraffatti dal rumore sferragliante, dobbiamo alzare la voce per farci sentire.

“Parliamo un po' di Catullo?”

Roberto mi da una gomitata: “il tuo Catullo puoi ficcartelo nel cutullo! Non vedi che siamo distrutti?”

“ahia! Mi hai fatto male!”

“e ha fatto bene! – interviene Andrea – ti sembra il caso di torturarci in un momento simile?”

“io parlavo nel vostro interesse, comunque se…”

“ah Fa! C’hai rotto il cazzo!”

“fottetevi” penso, tornando ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino

“servizio ristoro-mini bar!”

Un tizio allampanato si affaccia vociante al capo opposto della carrozza

“sarà una ciofeca ma ho bisogno di svegliarmi meglio, lo volete anche voi?”

“si”

“anche per me grazie, Fa”

“tre caffè per favore” dico al tipo quando si è avvicinato al nostro fianco

“ecco a voi ragazzi! Fanno 3.000 £”

Mentre il treno riparte dopo la prima delle numerose stazioni, sorseggiamo il caffè che, stranamente, è meno disgustoso del previsto.

“secondo voi, cosa è successo alla mamma di Eugène?”

“è una faccenda non bella e molto delicata – risponde Andrea – meglio se te ne parla lui!”

“potete contare sulla mia più totale descrizione: chiedo solo per capire cosa succede e, se possibile, aiutarlo…”

“dai diglielo! In fondo ormai fa parte del gruppo” interviene Roberto. Le sue parole mi riempiono di gioia.

“come forse non sai che mio padre è un noto ...