1. Nei panni di mia madre - 1


    Data: 10/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... occhi sotto a numerose passate di mascara e avevo lasciato che Lea soffocasse Leonardo dentro agli abiti succinti di sua madre.
    
    “Quanto sei calda Manila … così, così …. che fichetta d’oro che hai … nessuna ce l’ha come te in tutto il parcheggio … mmmh ... allarga bene le cosce dai dai …”
    
    La mamma rise divertita. “Perché, le hai provate tutte?”
    
    “Quasi”. Rispose il maiale. “Ma da te ci torno sempre bimba, lo sai”.
    
    “Sei uno stallone … mi fai impazzire, bravo, bravo sfondami …”. Lo incoraggiava. “Che maschio …”.
    
    La roulotte dondolava mentre io versavo altro alcool sul fuoco.
    
    La foga rumorosa del toro mi stava facendo eccitare.
    
    L’avevo visto entrare poco prima.
    
    Era il classico camionista di mezza età. Un forte odore di birra e il ventre straordinariamente pronunciato.
    
    Quando era arrivato mi aveva fissato le cosce.
    
    Io gli avevo sorriso maliziosamente e lui aveva avvicinato le mani al pacco, aveva stirato la stoffa dei calzoni e, strabuzzando gli occhi, mi aveva mostrato la sua erezione.
    
    Doveva aver pensato che sotto la gonna nascondessi una piccola conchiglia bagnata ed ero praticamente certo che, mentre affondava la nerchia nella fica di mia madre, gli sarebbe piaciuto passarmi la lingua tra le gambe e leccare i miei umori.
    
    Mi accomodai su un fianco, appoggiai il gomito sull’asfalto e, quando fui certo che nessuno poteva vedermi, mi misi due dita nella rosetta, spingendole in fondo ogni volta che lo stallone scuoteva il veicolo.
    
    “Mi stai ...
    ... facendo venire … si … si … troia ahhhhh …”. Lo sentivo urlare, mentre mi accarezzavo lo sfintere e, infilando l’altra mano sotto la camicetta, stringevo il seno che avrei voluto avere.
    
    Ero tutto bagnato.
    
    Volevo che gli uomini mi guardassero nello stesso modo in cui guardavano mia madre e mi rincorressero lungo la strada statale come rincorrevano lei.
    
    L’uccello mi si gonfiò dentro al perizoma e fui quasi sul punto di tirarmelo fuori e segarmi con forza quando, dentro l’abitacolo, tornò il silenzio.
    
    La porta del camper si aprì dopo qualche secondo.
    
    “Sei stato favoloso Tony”. Disse mia madre.
    
    Indossava una vestaglia lucida con gli orli di piuma.
    
    “Grazie a te piccola, ci si vede presto”. Rispose l’uomo e, palpandole il sedere, le stampò un bacio rumoroso sulla guancia, mi fece l’occhiolino e si allontanò verso il camion fermo davanti al drive-in.
    
    “Eccomi qua tesoro”. Trillò la mamma mentre brandiva una bottiglia di Clicquot. “Mancano meno di dieci minuti”.
    
    “Timoteo non viene?” Domandai annoiato. Non vedevo l’ora di infilarmi sotto le coperte.
    
    “A mezzanotte, Leo. Vedrai, vedrai …” Disse lei laconica e, stappato champagne, tornò nell’abitacolo per versarlo dentro ai calici.
    
    In lontananza le luci del camion si accesero come se fossero stelle e fluttuarono nel buio, verso l’uscita dell’area di servizio.
    
    Contemporaneamente una Toyota nera imboccò l’accesso e, rallentando, si avvicinò al camper, puntando gli abbaglianti nella mia direzione.
    
    Un grosso ...
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