Godere nella vergogna x
Data: 07/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
... in direzione dell’albergo, ben sapendo che non avrei mai potuto entrarci senza un vestito decente soprattutto dopo che avevo ceduto alle richieste del portiere. Per lui ero solo una prostituta e non la signora per bene della 329.
E Rodolfo non arrivava ancora.
Ero a metà strada quando fui illuminata dai fari di una macchina che sopraggiungeva. La vidi rallentare per cui, timorosa, mi accostai sempre più alla parete della casa a me più vicina. Pensai persino di riuscire a mimetizzarmi tra le pietre della parete, ben sapendo che sarebbe stato impossibile e chiunque vedendomi appoggiata a quel muro avrebbe avuto la certezza che vestita in quel modo stessi battendo il marciapiede. Mio Dio era vero, stavo passeggiando su una strada e mi ci aveva voluto mio marito. Mi sentii umilitamentre quella’auto rallentava ancora di più fino a fermarsi.
Cercai di guardare oltre pensando che mi avesse scambiata davvero per una prostituta e sperando che con la mia indifferenza se ne sarebbe andato. Ma non fu così.
Mi sentii chiamare e provai un tuffo al cuore e un pugno nello stomaco. Forse si trattava di una persona conosciuta, oddio che vergogna, e ora che sarebbe successo?
Mi girai verso di lui e riconobbi Gaston con un sospiro di sollievo.
Sì, proprio con un sospiro di sollievo. Lui almeno sapeva perché ero vestita in quel modo e quasi certamente poteva pensare che stessimo continuando quel gioco, per trovarmi a passeggiare in quella strada. In ogni caso meglio incontrare ...
... lui che qualcuno che magari mi conosceva, un parente, un amico, un semplice conoscente in Italia.
Mi chiese cosa stessi facendo lì a quell’ora e ancora vestita in quel modo. Gli risposi che stavo aspettando mio marito che mi avrebbe portato degli abiti più decenti da mettermi.
“Non posso rientrare in albergo vestita così – continuai – già il portiere mi ha scambiata per una di quelle.”
“Ti ha scambiata per quello che sei e che vuoi diventare – disse Gaston col suo solito sorriso – non dimenticare il luogo e il modo in cui vi ho incontrati e non dimenticare nemmeno quello che ti ho fatto fare senza nemmeno insistere.”
“Ma era solo un gioco!!!” gli risposi guardandolo negli occhi e cercando di reggere al suo sguardo.
“Davvero? – riprese Gaston – Un gioco che ti ha fatto ballare praticamente nuda nel mio locale mentre i miei amici ti palpeggiavano come volevano. Non solo, hai poi passeggiato nuda per una via nota per le sue prostitute e alla fine hai masturbato quattro sconosciuti dopo avermi fatto godere nella tua mano. E questo lo chiami un gioco?”
Non potevo controbattere, aveva perfettamente ragione, avevo fatto tutto quello che mi aveva chiesto e non mi era nemmeno dispiaciuto. Sì, mi era piaciuto, anche se avevo provato tantissima vergogna.
Stavo comunque per dire qualcosa quando mi interruppe.
“Ora scommetto che il pensiero e il ricordo di quello che è successo ti fa ancora eccitare. Sii sincera e dimmelo, sono convinto che ora ti stai bagnando di ...