Feathers
Data: 03/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: LadyEternia, Fonte: Annunci69
Odio le piume.
Le odio soprattutto quando le usa lui. Quando con esasperante lentezza le lascia scorrere sulla mia pelle, a torturarmi i capezzoli ormai turgidi e doloranti per l'eccitazione, percorrendo ogni centimetro del mio corpo con delicatezza e con movenze quasi reverenziali, fino a solleticare la mia intimità in modo fugace. Detesto quel tocco leggero, quasi impercettibile. La sensazione di essere sfiorata, ma non appagata.
E dannazione, lui ne è fin troppo consapevole. Il ghigno soddisfatto che gli si dipinge sul viso ad ogni mio gemito, ansito, respiro, preghiera per qualcosa di più. Quando mi inarco esigente e supplicante verso quel contatto inconsistente, mentre chiudo gli occhi gemendo per la frustrazione. Mi osserva, compiaciuto, nel momento in cui cado a pezzi sotto di lui.
La consapevolezza di essere poco meno di una marionetta nelle sue mani, un passatempo insignificante, mi dilania, mi distrugge.
Eppure non posso farne a meno.
Non posso fare a meno di lui e di quelle sue dannate piume.
Ripenso a quando tutto questo è iniziato, per un errore, una distrazione. Un insulso dettaglio, sfuggito durante una conversazione alla macchinetta del caffè. Una sciocca fantasia mi ha resa vulnerabile.
Non mi sarei mai aspettata che lui la realizzasse.
Ancora, e ancora.
Anche adesso, a distanza di mesi, lo sto osservando alla sua scrivania, e non posso non lasciarmi sfuggire un gemito frustrato, mentre lascia scivolare quella sua maledetta piuma ...
... ad accarezzargli pigramente le labbra, in un gesto così innocente e naturale, che nasconde invece la malizia di qualcuno che sa cosa vuole.
E lo ottiene. Sempre.
So che si è accorto del mio sguardo e ha sicuramente intuito il flusso dei miei pensieri. I suoi occhi brillano impercettibilmente, mentre le sue labbra si curvano trionfanti in un sorriso compiaciuto.
Lascia scorrere quel bianco strumento di tortura lungo il suo collo, fino all’incavo della spalla, avanti e indietro, con movimenti lenti e studiati. Con noncuranza, abbandona la piuma sul ripiano davanti a sé, voltandosi e inchiodandomi con lo sguardo. Gli occhi inscuriti dalla passione, celano la promessa di diabolici e frustranti supplizi.
Sarà una lunga notte.
Una voce mi riporta bruscamente alla realtà, facendomi sussultare.
“Mi hai chiamata?”
“Persa nel mondo dei sogni?”
Che bastardo! Sa di aver il coltello dalla parte del manico e gode nell’usarlo.
“Pensi di poterti concentrare sul tuo progetto, o è chiedere troppo?”
“Ogni suo desiderio è un ordine, Capo!"
Oh cazzo! Cazzo! Cazzo! Mi mordo la lingua maledicendomi per quell’uscita infelice. Dovrei seguire il consiglio di Carla, e pensare prima di parlare, ma lui è talmente... che non riesco a ignorarlo.
Tengo gli occhi fissi sulla scrivania, aspettando l’inevitabile condanna.
“Signorina! Suppongo sia inutile ricordarti chi è il tuo superiore. Ti aspetto più tardi nel mio ufficio. Alle otto, quando avrò finito la mia conference ...