1. Intimità 6


    Data: 30/10/2018, Categorie: Etero Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu

    ... Voleva solo portarselo a letto perché gli piaceva. “‘Fanculo il resto!” – era il suo motto. Una o due botte a settimana le andavano bene. Ed ecco che si presentava quella “stronza” che non valeva un cazzo e che le soffiava il premio dei suoi anni di sacrificio e di duro lavoro, in tutti i sensi.
    
    Era giusto che le rendesse la pariglia. Doveva fottersi il maritino che lei tanto adorava. Quello stronzetto, così elegantino e fichetto, l’avrebbe sedotto e abbandonato. Aveva capito che era una pecora che seguiva il capo-mandria e lei aveva le palle per attirarlo con i suoi respingenti di ultima generazione ben oliati, in grado di assorbire qualsiasi urto, per violento che potesse essere, nonché servire da gancio di trazione per i collegamenti elettrici alla motrice.
    
    Un perfetto congegno per far sprofondare fra le sue cosce morbide e accoglienti qualsiasi fuco in amore. Il povero Roby ne sarebbe rimasto soddisfatto e lei avrebbe potuto girare il coltello nella piaga di quella “stronza”, provocando la sua gelosia. A questo avrebbe pensato dopo. Sapeva già come fare per insinuare il sospetto in lei. Ora basta, però. Doveva riempire il bicchiere e goderselo tutto, centellinando il dolce liquido della vendetta.
    
    Lo attirò su di sé. Lui le cadde sui seni, stropicciandoli. Lei dette a vedere che si tirava indietro e lui stava per retrocedere, rispettoso. Ma lei gli si avvinghiò alla testa e gliela tenne ferma, mentre con le labbra provocava quelle di lui a piccoli scatti, a ...
    ... morsetti sempre più concitati, fino a stamparsi a ventosa; fino a togliergli il respiro. Rifiatò e poi gli spostò le mani sui seni. Se fossero stati di caucciù non sarebbero stati così elastici. A lui sembrava di essere arrivato in paradiso.
    
    La camicetta di Marisa, miracolosamente sbottonata, s’afflosciava alla vita lasciandola in reggiseno, mentre lei gli alzava la maglietta, sotto la quale il petto del maschietto era nudo. Gli palpò i pettorali: meno male, solo qualche pelo! Bei capezzoli: tondi e ampi; poi scese sullo stomaco,quasi implume. Meglio così; odiava gli uomini ipertricotici, gli davano di sporco. Scese sotto la cinta, slacciandola e procedendo nell’ispezione. Lui si contorceva per il sollucchero che gli procurava. Gli offriva ancora le labbra, scambiandosi morsettini e approfondimenti linguali, mentre era intenta a ravanargli le mutande, nella macchia mediterranea che lì si trovava, alla ricerca dell’abitante solitarioodella valle incantata.
    
    E il tirannosauro c’era, anche se non nella forma migliore. Si rizzò appena lei lo sfiorò, mentre, secondo i suoi calcoli, avrebbe dovuto già da tempo essere ritto al suo posto sulle zampe posteriori, pronto all’attacco. Ma non se ne ebbe a male. Ciascuno ha i suoi tempi. È meglio, poi, se tarda un po’ a mostrare la grinta. Poteva giostrarlo a suo piacere. Aveva già capito che non si trovava davanti a uno sciupa femmine. Lo prese per il suo verso. Mostrò d’essere piacevolmente sorpresa. Lui gongolò e ciò contribuì a ...