La Schiava Figa - cap. 3
Data: 26/10/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti
... voglio col fusto bello largo, no, non esagerato, lo facciamo spesso, e si può curvare un po'?, sì, verso l'alto, ecco così è perfetto! Sì sì, certo, anche più lungo, ma non sproporzionato, non so, ventidue centimetri è perfetto.
Sono ventiquattro, lascio?
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Questa non è la mia camera: “Dove s...?
“Sei in albergo, sciocchino, siamo a Rio, abbiamo ancora cinque giorni di vacanza... Accidenti, hai dormito trentasei ore!... Come ti senti, mi Romeo?” È a dieci centimetri dal mio viso, ne sento il respiro e l'ansia.
In un lampo ricordo tutto. E sto bene, cazzo se sto bene! “Questa me la paghi!” Rido ed a Luna le si illuminano gli occhi neri.
“Puoi alzarti? Alzati e vieni a vederti.”
“Ho fame.”
“Dopo, dai su!” Mi tira per un braccio verso lo specchio a parete.
Rimango impietrito. Non ci credo, siamo bellissimi, lei in bikini, io completamente nudo, torace ed addominali ben delineati ed un pene esagerato da cui non potevo staccare gli occhi. Ne sentivo il peso.
Mi sfiora la fronte: “Già che c'eravamo ti ho fatto rinfrescare un po' il viso e per il naso c'è voluto un nulla, così sei ancora più bello.” Nello specchio seguo la sua mano che mi scivola su spalle, torace ed addominali: “Come ti sembri? Senti che muscoli hai, tesi e lisci, mi fanno impazzire!” Strofina la coscia contro la mia. “... e zero peli, basta!, liscio come i bulls dell'altra ...
... sera.”
“Questa me la paghi, giuro, mi avevi promesso che...”
Luna si finge offesa: “Io non ti ho promesso nulla!” Mi dà un scapaccione dietro. “Di che ti lamenti?, ma senti che chiappette ti sono venute! Ahaha.” Mi gira a tre quarti. “Guarda, ora hai un culetto da favola, ma se non ti piace così possiamo sempre rimetterlo come prima.” Mi si arrampica alla spalla e morde al collo. “Sei il solito testone! Hai forse paura di non essere più il mio maschione? Guarda che il culo lo guardiamo anche noi femminucce!” Insinua un dito. “E non ho resistito, te le hanno modellate troppo bene, sono bravissimi, ho chiesto allora di fare un bel lavoro anche al tuo buchetto, ahaha!”
Non l'ascolto, sono in trance.
“Oh che scema, m'ero scordata di lui!” S'inginocchia e carezza a mano aperta, come fosse un cucciolotto incontrato per strada, il pene enorme che mi pende fra le gambe. Gli dà anche un bacetto. “È un amore, non trovi?, guarda come dorme!” Soppesa i coglioni: “... e senti come pesano questi!”
“Non si rizza!” Mi lamento costernato.
Lo carezza di lingua e lo ingolla lentamente fino alle palle: anche da barzotto la strozza. Ma merda!, non vuole rizzarsi!!!
Luna si risolleva strusciando i seni; mi lecca il torace liscio e mordicchia il mento: “Devi avere pazienza, mi Romeo. Ancora sei o otto ore, m'hanno detto, e poi quella bestia sarà un problema solo mio!”