1. Cuck e mogliettina sottomessi


    Data: 11/02/2018, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Etero Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... volevo ringraziarti personalmente per la cena dell’altra sera. ‘ – Idiota. ‘ Si riferiva al marito evidentemente. La lasciai sbollire per un attimo. ‘ Ti voglio e so che tu mi vuoi, inutile resistere. ‘ – No, sabato sera &egrave stata una pazzia, per fortuna durata un attimo. Non &egrave successo niente di serio e non si ripeterà. ‘ Stavo perdendo la pazienza. ‘ Ascolta, so che ora sei sola, tra 20’ sono a casa tua. Suono e tu apri. ‘ Non le lasciai il tempo di rispondere e dopo 20′ stavo suonando al portone del suo condominio. Fu necessario suonare una seconda ed una terza volta. Poi aprì senza rispondere al citofono. Quando uscii dall’ascensore la trovai sulla porta che mi guardava furiosa, non era più timida, anzi. Ma mi aveva aperto, anche lei era combattuta e la sua furia si infranse rapidamente contro la mia. La mia era più forte perché la desideravo ed ero senza freni. In due passi raggiunsi la porta, la spinsi dentro senza darle la possibilità di dire una parola e la baciai lasciandola senza fiato. Indossava lo stesso vestitino del giorno prima e sotto doveva avere sempre collant e biancheria ordinaria. Solo ai piedi aveva, invece che gli stivaletti, delle ballerine. Con un calcio chiusi la porta alle mie spalle mentre continuavo a baciarla e toccarla. Le strizzai una tetta e la palpai sulle natiche. La resistenza fu breve. Le sbottonai diversi bottoni di quel vestitino e presto le mie mani furono a contatto con la sua pelle. La feci girare e la baciai sul collo da ...
    ... dietro. Le mie mani sul suo seno e poi sotto il reggiseno che le tirai in su liberando quelle tettine morbide ed eccitanti. Strizzai i capezzoli e la morsi su una spalla. Guaì. Poi una mano scese prepotentemente in giù ed un bottone che avevo dimenticato di sbottonare saltò. La mano s’intrufolò tra le sue cosce, gemeva e teneva le cosce strette. Tra collant e mutandine avevo qualche difficoltà, ma tirai in giù e guadagnai spazio. Lei però serrava sempre le cosce. Le tirai qualche pelo del cespuglietto che intuivo, perché non vedevo, che incorniciava la fica e la pizzicai tra le cosce. Muggì e provò a resistere, ma pizzicai più forte. Cedette e si aprì. La toccai sul clitoride, sussultò gemendo e si lasciò andare allargandosi di più. Dopo il morso la baciavo sul collo e sulle spalle con delicatezza ed altrettanto delicata era la mia mano sul seno che titillava amorevolmente i capezzoli ritti e puntuti. La mano sotto la vellicava sul clitoride. Poi le presi tutta la fica in mano e strinsi leggermente, lo feci per due o tre volte, era umida. La penetrai con un dito, era una cascata. Ora non si ribellava più. La presi in braccio e la portai sul divano. Non si ribellava, ma giocava a fare la passiva. Bene pensai, vedremo tra poco, ma intanto la dovetti spogliare senza essere aiutato. Le levai le ballerine, le sfilai collant e mutandine e le strappai il reggiseno. Rimase dentro il vestitino di lana grigio tutto aperto, ma impossibile da levare senza la sua collaborazione a meno di ...
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