1. Capraia


    Data: 24/10/2018, Categorie: Lesbo Autore: Easytolove, Fonte: Annunci69

    ... partite, le massaie di mezza Italia avranno il loro bel pesce da mettere nel forno, per la gioia dei mariti, che non hanno mai visto il mare.
    
    Me ne sto seduta al tavolino di plastica rossa, ho il porticciolo a qualche metro, alcune barche dondolano pigre, ancora non ho tolto la divisa da allevatrice di spigole e orate.
    
    Il Negroni tergiversa nel bicchiere tra il ghiaccio, con il suo colore arancione scuro, la fetta di arancia infilata in tralice, sgranocchio le patatine, penso che stasera mi ubriacherò per poi andare a letto poco dopo il tramonto del sole.
    
    Un cormorano si posa sulla falchetta di un gozzo azzurro, e mi osserva, spera che come fanno i turisti che arrivano con il traghetto, gli lanci qualche cibaria, magari il guscio di un gamberone, una cena di lusso senza dover faticare.
    
    Il rumore di un piccolo fuoribordo al di là del molo del traghetto mi distrae, vedo il sottile albero in carbonio nero far capolino dietro alla massicciata di cemento, poi appare il piccolo mini trans at, al timone una figura bionda, intabarrata in una cerata gialla e rossa.
    
    Osservo il suo lento incedere, passa oltre i pontili galleggianti, e dirige proprio nella mia direzione, di fronte a me c’è un piccolo spazio libero, ha deciso che ormeggerà in questa fessura, è il vantaggio di andare in giro con un barchino di sei metri.
    
    Entra di prua, con il poco abbrivio si ferma ad palmo dalla banchina, lancia una cima da ormeggio, come ogni buon marinaio, mi alzo e l’afferro, ci ...
    ... sono un paio di anelli ancorati al cemento,
    
    “vuoi fare il doppino?”
    
    Mi guarda e mi sorride,
    
    “va bene domani farò prima a salpare”
    
    Lo dice con uno spiccato accento francese, sembrava troppo strano che fosse un italiana.
    
    “c’è la trappa della barca della capitaneria, se vuoi la puoi usare, hanno la barca in rimessaggio, non ti preoccupare”
    
    Non mi risponde, mi rimetto a sedere, la osservo mentre sistema il barchino per la notte, tutte operazioni eseguite a memoria, sfila la randa e la ripone in un sacco, lo stesso fa con il fiocco, li infila in un gavone, come facciano a rimediare tutto lo spazio sufficiente in sei metri scarsi, per permettersi di traversare l’atlantico per me resta un mistero.
    
    Sempre senza dire nulla, salta sulla banchina e si avvicina al mio tavolino, apre la cerata e l’arrotola fino ai fianchi, sotto ha una maglietta di cotone bianco, appaiono due braccia muscolose, le spalle formate, un seno quasi piatto, l’abbronzatura marcata, che fa da contrasto con i capelli chiari e gli occhi azzurro oltremare.
    
    “bevi qualcosa con me?”
    
    L’accento francese mi stordisce, per la prima volta dopo due anni, ho di fronte a me una donna che mi sta per far girare la testa, mettere la vagina in subbuglio, le viscere pulsare.
    
    “siedi che vediamo cosa è ancora in grado di fare a quest’ora il barista”.
    
    “ti piace il Negroni?”
    
    Mi fa cenno di si con il capo, come per ogni buon marinaio, nessun alcolico è spaventoso.
    
    Mi giro e grido,
    
    “Canzio brutto ...
«1234...»