Capraia
Data: 24/10/2018,
Categorie:
Lesbo
Autore: Easytolove, Fonte: Annunci69
Isola assurda.
Senza spiagge, strade solo in salita, un paesetto fatto di casette di pietra, i pochi negozi tutti stipati al porticciolo, chiamarli negozi è un eufemismo pazzesco.
Due piccoli bar che campano con gli equipaggi delle poche barche attraccate e stipate lungo i tre pontili galleggianti, durante i mesi estivi.
Qualcuno si muove su gozzi da pesca, tornando con cassette di pesce, la nave cisterna che porta l’acqua da Livorno, il traghettino che naviga solo quando il mare non è troppo agitato.
Mi sono trasferita qui, ho affittato una casupola in cima al paesetto,un lavoro in un acquacoltura, ero stufa della vita metropolitana, ho qualche soldo da parte, ho lasciato una vita che ormai odiavo.
Nessun legame sentimentale importante, l’ultima storia seria finita male, effetti personali lanciati dalla finestra, una nottata passata sullo zerbino davanti alla porta in mutande e reggiseno, a gelare per il freddo, dopo essere stata sorpresa con una mulatta che mi leccava la fica, e buttata fuori di casa.
Senza rimpianti e nessuna gloria, una sorta di clausura meditata,alla ricerca della pace dei sensi, lontana da qualunque tentazione, solo la voglia della redenzione, dopo quindici anni dissoluti, passati a tradire e mentire, tra nottate folli, a districarsi tra vassoi pieni di cocaina, modelle magre e sempre pronte a qualunque cosa, locali con le luci soffuse, serate con i dj più in voga, lunghe corse nella notte alla guida di una Porsche ...
... decapottabile.
Ora la mia vita è monastica, vado a letto presto, mi sveglio all’alba, scendo al porto, e con il gommone, faccio il piccolo tragitto che mi separa dalle gabbie dove ci sono i pesci, verso il mangime, catturo qualche esemplare, faccio le analisi, a seconda dei risultati decido i quantitativi di farmaci da mischiare al mangiare per il giorno dopo.
Mi sono reinventata questo lavoro, anche grazie ad una mia conoscenza, e alla laurea in biologia mai utilizzata, quasi nessuno è disposto a questo genere di sacrifici, anche se dopo, quando ti ci abitui, da una potenziale espiazione, questa vita diventa appagante, il mare ti entra dentro, dimentichi il futile e l’inutile che prima, nella metropoli alla moda ti avevano accompagnato.
Gli amici ora sono i vecchi pescatori, i pochi stanziali che resistono anche durante l’inverno, nessuno mi infastidisce, nessuna donna che mi faccia perdere la ragione.
Siamo in quei giorni di settembre che avvicinano l’autunno, il mare è caldo, quasi sempre calmo, sempre più pesci si affollano intorno alle gabbie, attirati da tutto quel mangiare che inevitabilmente gli allevati in cattività non riescono a smaltire.
I miei amici pescatori si aggirano con le loro barche nei paraggi, tornano con le cassette piene, i tre o quattro ristorantini che rifocillano i turisti fanno porzioni esagerate, sembra quasi che sia arrivato il paese del bengodi a renderci felici e appagati.
Almeno dieci vasche piene di spigole belle grasse nel pomeriggio sono ...